Calcio

Svaligiata la casa di Paolo Rossi nel giorno dell'addio

Il furto nell'abitazione in Toscana è stato scoperto dopo il funerale del calciatore. Il feretro accompagnato in chiesa dai campioni dell'82

Il feretro è stato accompagnato in chiesa dai compagni di squadra dell'82 (Keystone)
13 dicembre 2020
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Nel giorno dei funerali di Paolo Rossi, è stata svaligiata la sua casa di Bucine, nella campagna toscana. Il furto è stato scoperto da un collaboratore della famiglia, poi la moglie Federica al rientro da Vicenza si è trovata di fronte, nell'agriturismo, a un caos e chiari segni di un furto di cui non è ancora stata quantificata l'entità. Di sicuro mancano l'orologio del calciatore e un centinaio di euro in contanti. Per entrare i ladri avrebbero forzato una finestra dell'abitazione.

L'ultimo abbraccio dei campioni '82

I funerali di Paolo Rossi sono stati celebrati nel Duomo di Vicenza tra applausi, cori e lacrime. Capelli ingrigiti, occhi lucidi ma passo fermo, si sono ritrovati intorno al loro Paolo Rossi i ‘ragazzi dell'82’, per l'ultimo saluto all'amico fraterno che con i suoi gol li portò “sul tetto del mondo”, come ha ricordato Giancarlo Antognoni. Appoggiata sulla spalla del compagno in azzurro, aiutato da Gentile, Tardelli, Cabrini, Collovati e dal figlio Alessandro, la semplice bara di legno chiaro ha varcato il portone del Duomo di Vicenza, città che 'Pablito' aveva scelto per il proprio funerale e dove si era rivelato al grande calcio. Prima della funzione il vescovo aveva benedetto la salma nella camera ardente allo stadio Menti.

Intorno alla seconda moglie Federica Cappelletti e alle figlie avute da lei – Sofia Elena e Maria Vittoria – si sono stretti, tra i tanti, Altobelli, Bergomi, Conti, Causio, Graziani, Dossena. Sui banchi della chiesa anche Baggio, che ha faticato a nascondere le lacrime, Bettega, Galderisi, Oriali, Maldini, Massaro, Tacconi. Ai lati del feretro i gagliardetti delle squadre nelle quali aveva giocato. Il presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina, vi ha poggiato la maglia col numero 20, quello che accompagnò le imprese di Rossi in Spagna. “È come se Paolo Rossi si fosse portato via il pallone – ha scritto Gravina in una lettera aperta –. E con lui, pure, un pezzo d'Italia... quella che le emozioni non le condivideva sui social, ma con gli abbracci dopo ogni suo gol”. 

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