Patrick Berera è uno dei punti fermi dell'Ac Bellinzona che affronta il Red Star nella finale per l'ascesa in Promotion League: 'La tensione è quella giusta'
Dalle stelle nere (i renani del Black Stars eliminati sabato) a quella rossa di Brunau. Il Red Star è l’ultimo ostacolo lungo la strada che dovrebbe condurre il Bellinzona in Promotion League. I granata sono favoriti, non fosse che perché hanno chiuso la stagione regolare con 24 punti di vantaggio sugli zurighesi, secondi. Ma guai a sottovalutare l’impegno. Un rischio che Patrick Berera e compagni non corrono. «Che abbiano creato la sorpresa contro lo Young Boys II – spiega il laterale difensivo classe 1995 nato calcisticamente a Roveredo nel raggruppamento “Grandinani” – in fondo fa il nostro gioco. Di sicuro non prenderemo l’impegno sotto gamba. Non mi aspettavo che eliminassero l’Yb, ma è a noi che dobbiamo guardare, non all’avversario. Il nostro obiettivo non cambia, né sarebbe cambiato l’atteggiamento, contro i gialloneri».
I propositi sono quelli giusti, il campo darà le risposte del caso. La tensione è un’avversaria in più? «Parlerei piuttosto di bella sensazione, tipica dell’attesa delle belle partite. Contro il Black Stars, sia in trasferta sia sabato in casa, è stato bello lasciare il campo salutati dai nostri tifosi che ci seguono sempre, ovunque. Sono emozioni forti. La tensione c’è, ma è quella giusta. Siamo molto carichi».
La stagione regolare vinta a mani basse non ha frenato l’ardore di un gruppo rimasto sempre “sul pezzo”. «Non mi aspettavo un margine così ampio, ma siamo consapevoli delle nostre potenzialità. Il primo passo era l’accesso alle finali. Ora che ci siamo, l’obiettivo dichiarato è la promozione. Focalizzati su questo traguardo, non abbiamo accusato cali di tensione, nemmeno quando la qualificazione era matematica: è una nostra carta vincente. Abbiamo continuato a vincere, anche in modo netto. Anche se non sempre hanno giocato tutti i titolari, per cercare di gestire bene piccoli acciacchi e cartellini gialli, chi aveva trovato meno spazio in campionato, ha sempre fornito un ottimo contributo. Questo dimostra che siamo pronti. La rosa è valida, in grado di sopperire anche all’assenza dell’uno o dell’altro elemento. Siamo sempre riusciti a fare il nostro gioco, vincendo e convincendo».
Diciamolo: la Prima Lega a questo Bellinzona sta stretta... «Direi di sì, ma le partite bisogna comunque giocarle tutte. Anche contro il Red Star ci attendono due esami difficili. Il divario di 24 punti accumulato in campionato si annulla. È il momento di dimostrare una volta di più che siamo noi a meritare di lasciare questa categoria».
Quale l’atteggiamento tattico dei granata a Zurigo? Calcoli non se ne fanno, ma ci si gioca la promozione su due partite... «Il Red Star è una squadra ostica che punta molto sul fattore campo. Daranno il mille per cento, ma lo faremo anche noi. Speriamo di ricavare già un buon margine grazie all’incontro odierno. Non si fanno calcoli, è vero, ma se potessimo assicurarci un buon risultato all’andata, sabato al Comunale potremmo gestire bene il ritorno. Come successo contro il Black Stars».
Dai tifosi del Comunale è lecito attendersi una spinta incredibile. «Ho ancora vivo nella testa il ricordo di una trasferta a Sarnen, in Seconda Interregionale, in un recupero infrasettimanale. C’erano parecchi tifosi al seguito della squadra. Specchio della passione che permea l’ambiente granata. È una piazza che ti dà una carica supplementare, e ti responsabilizza». In rosa ci sono giocatori di categoria superiore, pronti a caricarsi il gruppo sulle spalle. «Hanno una grande esperienza, e sono un esempio per i compagni. Anche nelle ultime partite, a risultato acquisito, hanno sempre dato tutto. Si sono calati benissimo nella realtà di questa squadra. Sono loro i primi a spingere verso questa promozione».
Tra i titolari pressoché inamovibili, tra i granata maggiormente in evidenza sabato contro il Black Stars, c’è anche Patrick Berera, ex laterale offensivo, trasformato con successo in quello che una volta si chiamava “terzino”. «Ho fatto l’intera trafila al Team Ticino, a partire dalla Under 14. Il primo ad arretrarmi qualche metro fu Alessandro Minelli, allora tecnico dell’U18. Poi feci due anni all’U21 con Cao Ortelli, il quale mi confermò in quel ruolo. È la mia terza stagione con il Bellinzona. Sono granata dal campionato di Seconda Interregionale».
Ha vissuto la crescita di un gruppo ambizioso che punta in alto. Ma che non avverta la pressione della società... «I dirigenti non ci hanno mai caricati di pressioni particolari. Forse perché non abbiamo mai dato loro un motivo per intervenire. Il messaggio è passato all’inizio. Il primo obiettivo erano le finali, e lo abbiamo centrato da primi della classe. Ora siamo allo step successivo».