La Spinelli è costretta alla resa sul 77-91, in una sfida in cui l'Olympic Friborgo mostra tutta la sua solidità. Gubitosa: ‘Non ne avevamo più’.
Alle 20.42 si è chiuso il sipario sul campionato, con il sesto titolo consecutivo dell’Olympic. La vittoria per 77-91 a spese della Spinelli è un po’ la sintesi di questa finale, perché ha ripercorso un po’ tutti i punti (deboli e forti) delle due squadre, in una serie che ha premiato la squadra più completa e più dinamica sul campo. È stata grazie alla grande energia da parte di tutti che i burgundi si sono portati a casa il successo, energia espressa dal primo secondo, quando l’unica tripla di Kovac in della serata ha dato il la alla partita. Perché la Spinelli è stata a ruota per 5 minuti (8-8), poi ha cominciato a sbandare subendo un 13-0 che, con la tripla di Williams, ha chiuso il primo tempo: 8-21 e 5’ senza mettere un solo punto, con Marko Mladjan già in panca con due falli in due minuti che nemmeno commentiamo, mentre le 6 palle perse dalla Sam e gli 8 rimbalzi offensivi per Nottage e compagni sono cifre che parlano. Il gioco lento e molto approssimativo in attacco e una difesa troppo aperta ha permesso
all’Olympic di galleggiare in quota fin sul 13-26 al 4’, poi Williams ricuce con 4 punti, ma gli ospiti rispondono con uno 0-9 (17-35) al 7’, un -18 che fa malissimo. Gli ultimi due minuti sono da… risorgimento: 9-0, con Dusan Mladjan che infila 7 punti e Dunans 2, regalando però 2 punti su rimessa a 3 secondi dalla sirena: 30-40.
Nel terzo quarto la Sam torna a -16 (34-50) su un altro 0-7 al 4’. La reazione c‘è, e un ficcante 9-0 fa tornare i ticinesi a -7 (43-50 al 7’), ma la difesa latita, e Martin suona la carica dall’angolo, così i burgundi sono di nuovo a +12 (45-57 all’8’), prima di andare all’ultima pausa sul 51-62. La tripla di Dusan Mladjan in entrata di quarto alza gli entusiasmi, ma ci pensa Nottage da 3 a spegnerli, coadiuvato da Williams: 56-70 al 3’. Ultima reazione ticinese il 6-0 del -8 al 5’: pronto il timeout di Petit e subito 0-5 per gli ospiti, e quando il punteggio tornerà da -13 a -8 ci penserà un…impensabile Green a infilare tre liberi e una tripla che schianta le ultime speranze locali, a 124” dalla sirena: 69-81.
Quindi c’è l’antipatico siparietto di sfottò da parte di Nottage che si becca un tecnico, imitato da Green e la partita si chiude fra il tripudio ospite e della ventina di tifosi al seguito. Una gara dove è mancato Clanton, solo 22 minuti di campo e fuori nell’ultimo quarto anche per motivi fisici, Marko si è perso subito con due falli inutili che l’hanno condizionato per tutta la gara e Martino (0/4) non è stato in campo che 13 minuti, perché la fisicità ospite era elevata e occorrevano centimetri in campo. Non è stato il solito Williams, con sì 6 rimbalzi ma 4 palle perse e 3/10 al tiro, mentre Ballard ha lottato come un leone,
4/8 e 8/9 nei liberi, e Dusan ha trovato delle triple da urlo…disperato che solo lui riesce a mettere. Bene Dunans, ma 0 su 4 da 3. L'arbitraggio? Abbastanza coerente, con un Jeanmonod “fuori contesto” ma comunque ininfluente perché l’Olympic ha chiaramente meritato di vincere e Nottage è stato premiato Mvp delle finali.
«Non ne avevamo più – dice un Gubitosa molto sereno –, e lo abbiamo visto dagli errori banali che abbiamo fatto e la poca reattività a rimbalzo e in difesa. Con questi ritmi, le rotazioni sono importanti e noi abbiam pagato le assenze nelle tre gare precedenti. L’Olympic è una squadra completa e stasera ha messo in campo le sue qualità e la poliedricità delle soluzioni che i suoi garantiscono».