La Sam Massagno impegnata martedì in gara 4 della finale dei playoff. Coach Gubitosa: ‘Nulla è finito sino alla sirena’
Domani alle 18.45 a Nosedo, e non alle 19.30, per esigenze televisive, va in scena gara 4 delle finali dei playoff. Si parte dal 2-1 a favore dell’Olympic, con Massagno che cercherà di portare la sfida a gara 5 per decidere il titolo.
Se le prime due gare si erano risolte a favore dei burgundi per un canestro di scarto, gara 3 è stata largamente dominata dalla Spinelli, capace di inchiodare l’Olympic al palo nel primo tempo con 50 punti e poi, dopo aver subito il ritorno dei friborghesi, l’allungo nell’ultimo decisivo quarto.
Una gara a strappi nella sua seconda parte che ha chiaramente detto come la forza di volontà della squadra di Petit non manchi. Al netto delle prestazioni in stagione, è facile dire che comunque gli stranieri dei friborghesi, tolto un super Nottage, non sono di quelli da lucidarsi gli occhi, mentre quelli di Massagno sono una variegata miscela di qualità: dalla capacità di Williams di “leggere” come pochi il campo, alla forza di Dunans di giocare a tutto campo, dal potere fisico di Clanton sotto le plance, al dinamismo un po’ sgangherato di Ballard, sono fattori essenziali. Se poi si ritrova il Dusan Mladjan di sabato, unitamente al rientro di Marko, e la verve di Martino in regia, ecco che la forza di Massagno si equilibra con i nazionali dell’Olympic, Cotture, Jurkovitz, Martin e soprattutto Kazadi, senza dimenticare che anche Ducommun è un nazionale. Il fatto poi di aver trovato un efficace Tutonda nei tanti o pochi minuti di campo, permette alla Sam di giocarsela, pur con qualche rotazione in meno.
«È vero, loro hanno una panchina decisamente più lunga – ci dice Gubitosa – per cui le forze bisogna dosarle in maniera intelligente. Però sinora non abbiamo palesato molti cali fisici e questo è positivo».
Il rientro in partita da -18 dell’Olympic è un fattore mentale, allora? «Direi di sì: nel basket le dinamiche possono cambiare abbastanza in fretta, bastano tre azioni senza costrutto, un tiro sputato da un canestro o un rimbalzo bislacco, e subito lo score cambia. Magari ci mettiamo anche un po’ di rilassamento per il vantaggio acquisito, e una squadra della forza dell’Olympic non ti perdona, avendo un gruppo di grandi combattenti. Questo è un aspetto sul quale abbiamo riflettuto in questi tre giorni e cioè, nulla è finito sino alla sirena».
Contro la difesa a zona avete anche perso un po’ di lucidità? «Sì, c’è stata anche la difesa a zona ma non per molto perché dopo tre passaggi diventava una difesa individuale: più che altro non abbiamo avuto pazienza».
Il clima a Nosedo è stato veramente un sostegno e uno spettacolo... «È stato bello sentire tutto questo sostegno in una finale, senza dimenticare che i friborghesi si son fatti sentire alla grande. Il nostro basket avrebbe bisogno di avere costantemente un pubblico così. Spero che anche martedì il tifo ci dia il suo apporto».
Per Massagno è la classica gara da dentro o fuori: l’inerzia di gara 3 dovrebbe essere la spinta maggiore per portare a casa anche gara 4, ma l’Olympic è squadra dalle mille risorse e non lascerà il campo senza puntare al titolo. Una sfida da non perdere perché mai, negli ultimi anni, l’equilibrio è stato così palese.