Basket

‘Non credevo di rimanere più di cinque anni in Nba’

A pochi giorni dall'inizio della sua nona stagione completa nel massimo campionato nordamericano Clint Capela ha parlato delle proprie sensazioni

(Keystone)
17 ottobre 2023
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Il 25 ottobre allo Spectrum Center di Charlotte scatterà la nona stagione (completa) in Nba di Clint Capela. A 29 anni il centro degli Atlanta Hawks non è comunque ancora sazio. Umile e sempre disponibile, in un'intervista rilasciata a Keystone-Ats il romando ha raccontato difficoltà e pressioni di rimanere competitivo nella miglior lega cestistica del pianeta senza dimenticare qualche accenno sulla franchigia georgiana e il nuovo coach Quin Snyder. “Sono fisicamente in forma, mi sento bene: ho lavorato sulla flessibilità del mio tendine d’Achille, che nelle ultime stagioni mi ha arrecato qualche problema”. E, dunque, il rossocrociato è pronto a disputare le 82 partite della prossima regular season; mai successo finora con la maglia degli Hawks. “Questa sarebbe la classica ciliegina sulla torta – ride –. Non sono a conoscenza se regalino una corona speciale a chi riesce a raggiungere questo traguardo". A soli 29 anni, Capela è considerato un veterano della Nba. Una statistica che potrebbe indurre l'allenatore a utilizzarlo con il contagocce. “Io non mi riposo: se non sono infortunato, voglio essere sul terreno da gioco a ogni match (anche in occasione dei cosiddetti back to back)”. Il 7 novembre il ginevrino festeggerà dieci anni dal suo primo incontro nel massimo campionato nordamericano. “Questo va ben oltre le mie più rosee aspettative. Non credevo di fare più di quattro, cinque stagioni. E nemmeno di riuscire ad adattarmi così velocemente. Ogni giorno mi sveglio e mi rendo conto del lavoro svolto, e di quanto raggiunto. La carriera media di un giocatore in Nba è di quattro anni. Solo pochi eletti riescono a ottenere questo, pensando inoltre ai molti giovani che ogni anno rimpolpano la lega. È un andirivieni di persone… La sfida, dunque, si rinnova costantemente. Quando realizziamo questo, lo apprezziamo anche di più”.

E, allora, di cosa è più fiero? “È da sei stagioni che navigo in doppia-doppia. Questo dimostra la mia costanza: spesso le persone lo danno per acquisito, ma ogni sera la squadra mi attende. Essere forte, non è la questione. In Nba tutti sono forti, ma bisogna esserlo per lungo tempo". I giovani devono comunque "seguire la propria strada. Non posso dire agli altri di ripercorrere i miei passi in quanto non esiste una formula magica. D’altro canto non bisogna mai annoiarsi. Sono stanco, ma so il cammino che ho percorso e mi diverto ancora tutti i giorni”. Il suo tempo di gioco, nonostante eccellenti statistiche, diminuisce di anno in anno. “Non mi preoccupa affatto. L’importante è di essere performanti. Il basket è evoluto, chiaro. Mi sono sempre concentrato sui miei punti di forza, allenandomi bene tutta l’estate. Ma se sono qui e voglio rimanerci non è grazie alle triple”. Il 29enne ha ancora due anni di contratto con gli Hawks, parlare di futuro è tuttavia ancora un'utopia. "Non mi interessa, la stessa cosa è accaduta quando ero a Houston. È qualcosa che non posso controllare. Atlanta ha deciso di rinnovarmi il contratto nel 2021, poi vedremo”. La scorsa stagione la franchigia georgiana è stata eliminata 4-2 al primo turno dei playoff dai Boston Celtics. Il nuovo allenatore com’è? "Ah Snyder, finora è bravo! Sono davvero entusiasta di questa stagione. Nel corso della preseason ho visto che tutti stanno facendo gli sforzi necessari. Io sono considerato il pilastro della nostra retroguardia, ma dobbiamo difendere con cinque uomini. Ho la sensazione che lo staff abbia messo i puntini sulle ’i' e che abbiamo fatto un grande passo avanti”.