Quasi archiviata la pratica Boncourt, la Spinelli in semifinale dovrà probabilmente vedersela con Sefolosha e compagni
Gara 3 dei quarti dei playoff con tre squadre che possono già staccare il biglietto per le semifinali: sono la Spinelli ospite del Boncourt, l’Olympic che è di scena a Monthey, e Ginevra che fa visita al Nyon. Tutta da decidere invece la sfida fra Neuchâtel e Vevey, ferme sull’1-1. Per Massagno la trasferta giurassiana non dovrebbe essere un problema: il condizionale è d’obbligo ma anche scaramantico, pur rimanendo reale l’opzione sorpresa, dovuta più all’insipienza dei forti che a un colpo di coda dei deboli, cioè i padroni di casa.
Nelle due gare a Nosedo non c’è stato argomento tecnico o tattico capace di fare illudere. Lo stesso Steinmann era sconsolato: “In queste condizioni, le assenze si pagano a caro prezzo e quindi non vedo come potremmo ribaltare il pronostico. Siamo una coperta corta e bassa e solo una giornata nerissima per la Spinelli potrebbe aiutarci a stare in partita”. Una Sam che tutto vuole anziché prolungare il dispendio di energie, sempre che ce ne siano volute tante nelle due gare durate in pratica 20 minuti. Certamente sono più sfibranti gli allenamenti e, con tutto il rispetto per il Boncourt, non vediamo come possa essere diversamente. Sarà comunque importante oliare schemi e soluzioni perché in semifinale sarà subito un’altra musica.
Infatti all’orizzonte si profila un Vevey in grande spolvero: ha recuperato Dubas, ha reintegrato Kubler e Louissant, e ha mostrato un super Sefolosha, capace di 25 punti con 4/4 da 2 e 5/5 da 3: Kubler 17 punti, Henry 16, M. Johnson 14 e Dubas 8 con 6 rimbalzi. Insomma, un Vevey decisamente pronto ad affrontare qualsiasi avversario, se le cifre fossero ribadite nei prossimi due scontri. Perché, comunque vada, la sfida con Neuchâtel andrà a gara 4.
Sul fronte ginevrino non si sono viste grandi cose contro il Nyon, e l’assenza di Colon è chiaramente un handicap per tutta la squadra. A Friburgo sono fiduciosi, anche se il Monthey è capace di sorprese. Per il momento sembra che l’addio ad Aleksic, dopo 10 anni, non abbia creato contraccolpi. Il coach era chiaramente deluso, una quindicina di giorni fa, quando è stato annunciato il divorzio, ma a Friburgo i conti li sanno fare e, soprattutto, hanno il polso della situazione. Il candidato più probabile è Thibaut Petit, gran bravo allenatore che abbiamo già visto anche a Lugano e nel campionato femminile.
Una scelta di prestigio che non mancherà di lasciare tracce, sempre che sia lui il prescelto. Affaire à suivre, ma la stagione è ancora lunga.