Il titolo mondiale sul Lago di Garda regala prestigio e fiducia al ticinese nella sua rincorsa ai Giochi 2024. ‘Voglio qualificarmi il prima possibile’
La prima volta non la si scorda mai. Specialmente se, per qualche istante, almeno, si guarda tutti dall’alto della cima di un podio. Nella fattispecie, quello del Campionato mondiale di Formula Foil, conquistato qualche ora prima tra le onde incessanti del Lago di Garda. «È davvero una grande soddisfazione – dice il ventottenne velista ticinese di rientro da Torbole –. Diciamo che non era questo il vero traguardo della stagione, perché da un anno e mezzo ormai sono impegnato nella campagna olimpica, ma si tratta comunque di un appuntamento che fa parte del mio calendario e che ho vissuto con l’ambizione di affrontare nel miglior modo possibile. Direi di avercela fatta, siccome ho conquistato il mio primo titolo di campione del mondo nell’universo del windsurf, e ora mi godo il momento».
In una classe, la Formula Foil, che è simile ma non uguale a quell’Iq Foil scelta nel 2019 dal Comitato olimpico internazionale per mandare in pensione il “vecchio” Rs:X, e su cui i windsurfer si daranno battaglia ai Giochi di Parigi, anche se per ovvie ragioni le regate non potranno tenersi nella Ville Lumière, ma saranno ospitate nello specchio di mare antistante alla città di Marsiglia. Rispetto al citato Iq Foil, la differenza è che nella Formula Foil gli atleti sono liberi di scegliersi il materiale che preferiscono riguardo alle tavole, alle vele e, naturalmente, agli stessi foil, quelle appendici che permettono alle barche (o, in questo caso, le tavole) di vincere l’attrito per planare sopra il pelo dell’acqua. «È vero che la classe olimpica non è la stessa identica cosa della Formula Foil, ma questo titolo indubbiamente mi darà parecchia fiducia anche per i prossimi appuntamenti nell’Iq Foil – spiega Colombo –. Penso ad esempio al Test Event olimpico di metà luglio, che si svolgerà nello stesso luogo in cui si terranno nel 2024 le regate dei Giochi».
In sostanza, quello fungerà da prova generale per le Olimpiadi parigine. A cui, però, prima Elia Colombo dovrà riuscire a qualificarsi. «Il Test Event di Marsiglia sarà importante anche in ottica nazionale, perché servirà a Swiss Olympic per fare delle valutazioni riguardo a potenziale e livello: infatti, non dimentichiamo che ai Giochi a disposizione ci saranno sì 24 posti, ma ad accedervi sarà comunque un solo atleta per ciascuna delle nazioni qualificate». Quei posti verranno attribuiti in occasione di tre distinti appuntamenti. «La prima possibilità coinciderà con i Mondiali della classe Iq Foil nel mese di agosto (all’Aja, in Olanda, ndr). Poi, eventualmente ce ne saranno altre due l’anno successivo».
Insomma, i prossimi dodici, tredici mesi saranno davvero ricchi di sfide, oltre che di opportunità. «Ho iniziato ad andare sul lago da solo all’età di cinque o sei anni, e ho sempre riservato moltissimo tempo al windsurf, partecipando a competizioni più o meno di alto livello. Poi, quando, era il 2019, il Comitato olimpico internazionale ha deciso di battezzare la nuova classe olimpica, mi ci sono buttato praticamente subito e da un anno e mezzo a questa parte mi dedico a questo al cento per cento. Perché capisci ben presto di non poter immaginare di affrontare una campagna olimpica lavorando a metà tempo: il livello è molto, molto alto, e tutti gli altri atleti sono dei professionisti, quindi per forza di cose ti ci devi impegnare a tempo pieno. Io faccio parte dei quadri di Swiss Sailing, e come atleta di Swiss Olympic posso beneficiare dei contributi dai fondi sportivi nazionale e cantonale, mentre per il resto sono aiutato da sponsor privati e da sponsor tecnici, pensando ai materiali: direi che per il momento le cose stanno funzionando abbastanza bene, anche se le gare più importanti debbono ancora arrivare».
A cominciare, ovviamente, da quelle che attribuiscono i biglietti per partecipare ai Giochi. «Il mio obiettivo è riuscire a qualificarmi il prima possibile. Non è una cosa scontata, è evidente, ma so che quel traguardo è ampiamente alla mia portata. Poi, naturalmente, il discorso cambia se pensiamo invece alle Olimpiadi vere e proprie. Manca ancora più di un anno, quindi tutto è ancora aperto e ne possono succedere di cose, e non vorrei sbilanciarmi, ma se guardo al mio livello attuale posso dire che il mio obiettivo potrebbe essere lottare per un diploma, ovvero chiudere tra i migliori otto. Se invece parliamo di sogni, be’, sarebbe bello ambire a una medaglia: è chiaro che quando uno pensa a un risultato simile immagina che per arrivare a tanto dovrà andargli tutto bene, ma in verità è piuttosto evidente che per riuscire a finire sul podio a un’Olimpiade per forza di cose dovrà andare tutto per il verso giusto, anche nel caso in cui stessimo parlando del favorito numero uno».