laR+ unihockey

‘Potevamo giocarcela meglio’

Anche a mente fredda in casa Ticino Unihockey prevale la delusione per l'eliminazione ai quarti di finale. Masa: ‘Troppe sconfitte nel girone di ritorno’

Masa (a sinistra) e Tomatis osservano Andreetta e Nivala in azione
(Ti-Press/Crinari)
13 aprile 2023
|

Dopo aver concluso la regular season al settimo posto, il Ticino Unihockey è poi stato eliminato dall’Asta Obvaldo, seconda forza del campionato, per 3-2 nella serie dei quarti di finale, dopo aver sprecato un doppio vantaggio. Bene insomma, ma si poteva fare di più; è della stessa opinione anche l’assistente allenatore Michel Masa? «Sono d’accordo, direi che i playoff rispecchiano la stagione: siamo partiti bene, ma nel finale non siamo stati capaci di chiudere la serie, così come alcune partite in campionato, che poi ci sono costate qualche piazzamento. Se penso al girone di ritorno, in cui abbiamo fatto solo dodici punti e abbiamo perso troppo spesso in casa, abbiamo concluso in calando. Poi nei playoff abbiamo dimostrato di potercela giocare contro tutti e per poco non abbiamo compiuto l’impresa, anche se l’Obvaldo non è magari fortissimo, ma comunque favorito».

Farsi rimontare un vantaggio nella serie di 2-0 è però un bel rammarico: «Il coltello dalla parte del manico in gara 3 l’avevamo noi, oltretutto loro erano privi di uno degli svedesi molto pericolosi. Siamo però partiti male nel primo tempo e sono riusciti ad andare in doppio vantaggio, mentre noi abbiamo faticato a segnare. In gara 4 in casa invece non siamo stati in grado di ammazzare la partita con quel 5 contro 3 di un minuto e mezzo, quando eravamo avanti di due reti, mentre loro, una volta recuperato il quarto uomo, hanno segnato su punizione e lì è cambiata la serie. Poi all’ultima partita non avevamo più energie psico-fisiche e forse non ci credevamo più. Loro sono stati bravi a reagire dopo le due sconfitte, ma ho come l’impressione che in gara 3 ci abbiano provato senza però nutrire grandi ambizioni. Poi hanno preso un bello slancio e forse avevano meno pressione rispetto a un Kloten volenteroso di risalire in A». Infatti poi le stelle di Sarnen hanno sorvolato i Jets in semifinale, prima di arrendersi all’Uster allo spareggio (la stessa sorte è toccata al Thun contro il Coira).

‘Troppe sconfitte nel girone di ritorno’

Chiaro che un avversario nei quarti come lo stesso Kloten (3° della regular season) o il Sarganserland (4°) sarebbe magari potuto essere più semplice da gestire: «Quello è il mio rammarico, classificandoci tra le prime sei avremmo potuto trovare una squadra più forte solo in semifinale. Poi magari saremmo comunque usciti ai quarti, però il bilancio della regular season dimostra che potevamo fare di più. Abbiamo buttato via partite nelle quali eravamo in vantaggio, come quando vincevamo 8-1 in trasferta con l’Eggiwil, che poi era riuscito a pareggiare, tante volte siamo anche andati al supplementare e quelli sono punti che mancano, oltre come detto alle troppe sconfitte del girone di ritorno. Alla fine abbiamo rischiato ancora di tornare a farci coinvolgere nella lotta per evitare i playout, ma per fortuna abbiamo vinto una partita fondamentale contro il Grünenmatt».

Il campionato cadetto è stato oltretutto ancora una volta equilibratissimo, ci volevano pochissimi punti per salire o scendere posizioni: «Sicuramente a rendere il campionato così stretto abbiamo contribuito noi, regalando in giro punti ad avversari più deboli di noi, così non abbiamo mai creato un cuscinetto. A parte Langenthal, Verbano e Altendorf le altre se la giocavano tutte e nessuna partita era scontata. Però alla fine è un’occasione sprecata da parte nostra per avere un piazzamento migliore. Poi è vero che abbiamo avuto qualche infortunio e in qualche momento non siamo stati lucidi».

Per la prima volta dopo tre anni in cui si erano raggiunte le semifinali a livello di risultati c’è dunque stato un passo indietro: «Il nostro obiettivo dichiarato è sempre la salvezza attraverso i playoff, ma in squadra, visto che le ultime annate erano andate bene ed essendo consci delle nostre capacità, l’obiettivo erano le semifinali. Dopo averle raggiunte per tre anni consecutivi, quest’anno forse ci saremmo anche potuti giocare qualcosa in più, ma non siamo stati abbastanza bravi da arrivarci».

Cosa dovete imparare allora per la prossima stagione? «Che in un campionato così equilibrato ogni punto conta e che si rischia di pagare anche una sola serie di due o tre sconfitte consecutive. Poi si dovrebbe cercare di andare in crescendo, mentre noi abbiamo avuto un calo di gioco dopo i Mondiali, mentre a inizio stagione eravamo più in alto. Dobbiamo capire che anche in stagione bisogna avvicinarsi il più possibile al gioco da playoff, senza perdere tempo. Oltretutto prevedo per l’anno prossimo un campionato ancor più equilibrato, anche perché ci saranno due nuove squadre che arriveranno con euforia, ma anche con esperienza. Con il Davos (promosso a spese dell’Altendorf) infatti spesso in passato abbiamo avuto difficoltà, mentre il Limmattal (che ha spedito in Prima Lega il Langenthal Aarwangen) è ricco di ex giocatori di A. Se la giocheranno come ha fatto il Reinach quest’anno. E anche le squadre più forti ogni anno accumulano maggiore esperienza».

Ulteriore ringiovanimento in arrivo

Le vostre prospettive per l’anno prossimo come sono? «A fronte di nuove partenze verso oltre Gottardo, dal settore giovanile aggregheremo invece tre giovani, Denis Bazzuri, Alex Kneubuehler e Matteo Gervasoni, per cui ancora una volta ci ringiovaniamo. Ci mancano infatti i giocatori attorno ai venticinque anni, ma ciò ci permette di inserire diversi giovani, anche se poi spesso quando iniziano a rendere davvero partono per la Svizzera tedesca».

In panchina invece la coppia Tomatis-Masa è fissa e indissolubile: «Ormai sono almeno cinque stagioni che lavoriamo assieme, escludendo quella del Covid, in cui ho lavorato con i giovani. Luca è uno dei nostri punti forti, perché ha una gestione tattica della partita molto intelligente. Inoltre sa far rendere gli stranieri e non sempre quelli che hanno fatto bene da noi, hanno reso altrettanto in altri club svizzeri di B. Fa anche parte dello staff della nazionale e porta sempre qualche novità per rinnovarci ed evitare che i giocatori si accontentino».

Con la salvezza del Verbano sono garantiti i derby anche per l’anno prossimo e il conseguente spettacolo, ma forse si impedisce una maggiore concorrenza? «Sicuramente i derby sono uno stimolo per i giocatori, il Verbano aveva la rosa per salvarsi e ce l’ha fatta. In questo momento non mi risulta che ci siano progetti per collaborare e probabilmente non sarebbe stato il caso nemmeno in caso di loro retrocessione. I giocatori per avere due formazioni comunque ci sono e c’è tanto spazio per i giovani, obbligati a giocare già quando non sono del tutto pronti, pur avendo sette stranieri per due squadre».