Domenica a Wollongong, in Australia, con le gare a cronometro scatta la rassegna iridata
Archiviata la Vuelta col successo di Evenepoel, la carovana a due ruote – circa un migliaio di atleti – raggiunge la lontanissima Australia per uno degli appuntamenti più importanti della fase conclusiva della stagione. Domenica 18 settembre, infatti, con le prove contro il tempo élite maschile e femminile cominceranno i Mondiali di Wollongong, città costiera del Nuovo Galles del Sud situata a un’ottantina di km da Sydney. Foresta pluviale alle spalle e Mar di Tasmania di fronte, la zona presenta temperature piuttosto alte durante tutto l’anno: settembre, quantomeno, è il mese meno piovoso. Quello da intraprendere è un viaggio lungo e impegnativo, tanto che alcuni corridori, come l’elvetico Marc Hirschi – trionfatore pochi giorni fa al Giro di Toscana – hanno deciso di rinunciarvi. Ma a fare un’identica scelta, in certi casi, è stata addirittura un’intera federazione: parliamo ad esempio di quella irlandese, che ha ritenuto troppo elevati i costi che una simile trasferta avrebbe comportato.
Non ci saranno nemmeno il danese Vingegaard, trionfatore al Tour de France, e lo sloveno Primoz Roglic, caduto al Giro di Spagna. In compenso sarà presente il trentenne francese Alaphilippe, vincitore della prova su strada nelle ultime due edizioni. Anche lui alla Vuelta era finito a terra, lussandosi una spalla, ma è riuscito a recuperare in tempo per mettere in palio la sua maglia iridata. Fra i più accreditati per il successo finale c’è senz’altro il belga Wout Van Aert, grande protagonista al Tour e tre volte argento agli due ultimi Mondiali: 1 su strada e 2 contro il tempo. Attenzione ovviamente anche al padrone di casa Matthews, all’olandese Van der Poel, all’eritreo Girmay e soprattutto al fenomeno sloveno Tadej Pogacar, recente vincitore allo sprint del GP Montréal, dove ha bruciato il già citato Van Aert. Per quanto riguarda la Svizzera, il Ct Michael Albasini ha convocato Dillier, Lienhard, Pellaud, Schmid, Bissegger e Küng: gli ultimi due si misureranno pure nella gara a cronometro, ed è proprio questa la competizione in cui il contingente rossocrociato avrà più chance di medaglia, anche se Küng – date le caratteristiche del percorso – avrà qualche possibilità di brillare pure nella corsa su strada.
Si comincia, come detto, domenica con le gare contro il tempo, che per la prima volta presentano un tracciato identico per uomini e donne: due giri di 17 km ciascuno lungo un circuito cittadino quasi del tutto pianeggiante, fatta eccezione per la leggerissima ascesa del "Monte" Ousley, che si eleva la bellezza di 53 metri sopra il livello del mare e che sarebbe eccessivo perfino definire collina. Occhio soprattutto, oltre ai due elvetici, all’italiano Filippo Ganna, bronzo nel 2019 e oro sia nel 2020 sia lo scorso anno. Lunedì toccherà agli U23 misurarsi contro il tempo (solo 29 i km in questo caso), mentre martedì sarà la volta degli junior – maschi e femmine – che si limiteranno a percorrere 14 km. Mercoledì, sempre a cronometro, staffetta mista (29 km). Venerdì 23 settembre inizieranno invece le gare su strada, che vedranno dapprima in lizza gli uomini: gli junior su 136 km e gli U23 su 170 km. Il sabato sarà consacrato alle competizioni femminili: 67 km per le junior e 164 per la categoria élite. Il gran finale, domenica 25 settembre, sarà dedicato secondo tradizione alla prova su strada élite maschile. Da Helensburgh si parte in discesa verso le spiagge – paradiso dei surfisti – per poi imboccare l’iconica litoranea che in 28 km conduce a Wollongong, dove si affronterà l’ascesa che porta ai 500 metri del Monte Keira, che sovrasta la città. Salita e discesa sommano insieme 35 km (tratto mancante in tutte le altre gare iridate) al termine dei quali ci si immette nel circuito cittadino che andrà percorso 12 volte, per un totale di 267 km. L’unica difficoltà di questo anello è rappresentata dallo scollinamento del Mount Pleasant, 120 metri scarsi di quota. Ricordatevi di puntare la sveglia: a causa del fuso orario, infatti, tutte le gare si disputeranno il mattino prestissimo, quando da noi farà ancora buio.
Istituito nel 1927, quando a imporsi fu l’italiano Alfredo Binda, il Mondiale di ciclismo è giunto quest’anno all’edizione numero 95, la seconda in cartellone nella terra dei canguri dopo quella del 2010 disputata a Geelong e Melbourne, che vide il trionfo a cronometro del bernese Fabian Cancellara. Il Paese che più volte ha ospitato la kermesse è l’Italia con 14 edizioni, seguita da Svizzera e Belgio a quota 10. Nel medagliere, il nostro Paese è quinto con 58 medaglie (15 ori, 23 argenti e 20 bronzi) in una classifica guidata dall’Italia con 144 podi (54, 47, 43), davanti al Belgio che ne ha messi insieme 99 (38, 31, 30). A livello individuale, 3 successi su strada per Binda, Freire, Van Steenbergen, Merckx e Sagan. A cronometro, 4 ori per Cancellara e 3 per Rogers e Martin.