Toni Minichiello squalificato a vita dalla Federazione britannica di atletica
La decisione è giunta al termine di un’indagine interna: l’allenatore, è stato appurato, ha avuto per lungo tempo comportamenti sessuali fuori luogo nei confronti di numerose atlete. Toni Minichiello, fra i più importanti tecnici britannici di atletica, era ad esempio il coach di Jessica Ennis-Hill quando lei vinse il titolo olimpico nell’eptathlon ai Giochi di Londra (2012). Al tecnico si rinfacciano pure gesti e comportamenti spesso aggressivi che sfociavano nella molestia morale nei confronti delle atlete, ha concluso l’inchiesta.
"Nego fermamente ogni accusa rivoltami", ha reagito tramite un comunicato l’allenatore 56enne. L’identità delle atlete vittime di Minichiello, nel rapporto stilato dalla federazione, non viene rivelata. Secondo il Guardian e il Daily Telegraph, Ennis-Hill non sarebbe fra le vittime. La diretta interessata, peraltro, non ha ancora commentato la sanzione inflitta al suo ex coach. Minichiello era stato sospeso un anno fa, in attesa dei risultati dell’indagine che ha stabilito che, per oltre 15 anni, ha tenuto comportamenti oltre i limiti consentiti dalle sue mansioni, provocando la perdita di fiducia nei suoi riguardi. "Sono allenatore da più di 30 anni", ha ribadito il tecnico. "Benché io sia stato duro ed esigente, non mi sono mai comportato in maniera scorretta verso nessuna delle mie atlete".
Dal momento che la licenza di Minichiello è scaduta durante il periodo di sospensione, la Federazione britannica ha deciso che non ci sarà mai più alcuna possibilità che essa gli venga rinnovata. La stessa Federazione ha definito di estrema gravità il tema e i risultati dell’indagine, che potrebbero avere ulteriori ripercussioni sulla salute e il benessere mentale delle atlete di cui Minichiello si occupava. Il tecnico, da parte sua, fa notare che la Giustizia, con le esigue prove raccolte contro di lui, non ha ritenuto di doverlo e poterlo perseguire. "Uno degli episodi più gravi di cui mi si accusa", ha specificato il coach, "si sarebbe verificato quando io nemmeno mi trovavo nel Paese in cui sarebbe successo. Ritengo importante che la federazione reagisca rapidamente alle segnalazioni di cattivi comportamenti, specie se vengono da giovani atlete. Ciò non di meno, le indagini devono essere condotte con cura e attraverso procedure eque. Non credo di essere stato trattato in maniera corretta, in questo affare".