Pogacar, in crisi clamorosa, chiude solo settimo staccato di circa 3 minuti
Sfrutta al meglio il lavoro dei suoi compagni della Jumbo e, nella frazione più dura e spettacolare di questa Grande Boucle, il danese Jonas Vingegaard sul Col du Granon conquista tappa e maglia. Crolla invece – e pareva impossibile – lo sloveno Pogacar, fin qui dominatore del Tour e vincitore delle ultime due edizioni. Del resto, persi diversi scudieri in questi ultimi giorni, era rimasto troppo solo. Azione strepitosa quella del venticinquenne Vingegaard, che a 4 km dal traguardo, percorsi 2/3 dell’ultima sfiancante salita di giornata, attacca un Pogacar che non riesce a reagire e che viene lasciato indietro anche da altri uomini di classifica, come Bardet e Thomas. Vingegaard, inarrestabile, va dapprima a prendere Barguil – che poco prima era stato raggiunto da Quintana dopo una lunghissima fuga – e poi va all’attacco dello stesso colombiano, fagocitato con poche pedalate. Il danese, al primo successo in carriera in Francia e forse attualmente il miglior scalatore in circolazione, va a dinamitare il Tour il giorno del Télégraphe e del Galibier, chiudendo con 1 minuto su Quintana e 1’11" su Bardet, ma soprattutto con quasi tre minuti su Pogacar, che giunge al traguardo devastato dalla fatica. Forse ha speso troppo negli ultimi giorni, oppure si è invece arreso al caldo, fatto sta che ora si ritrova terzo nella generale a 2’22", scavalcato perfino da Bardet (2’16"). Gli svizzeri: 49° Küng a 1h03, 62° Dillier 1h08, 115° Bissegger a 1h50 e 157° Hirschi a 2h37.
Da segnalare l’abbandono di Mathieu Van der Poel a metà della tappa: andato in fuga col suo grande rivale Wout van Aert, è stato dapprima ripreso e infine distaccato dal gruppo. E così, il due volte vincitore del Fiandre si è ritirato. Del resto, in queste prime due settimane di Tour de France, non si era mai mostrato in grado di essere protagonista. Pur provvisto di classe e forza, non pare ancora pronto per i grandi giri a tappe: ha concluso finora una sola edizione del Giro d’Italia – lo scorso mese di maggio – e pure alla Grande Boucle dell’anno passato aveva abbandonato dopo una decina di tappe.
Giovedì, festa nazionale francese, altro tappone all’insegna della fatica e probabilmente dello spettacolo: di nuovo Galibier, Croix de Fer e la scalata all’iconica Alpe d’Huez. Vedremo se Pogacar, smaltita la cotta, saprà rimanere in classifica, magari tornando subito ad attaccare Vingegaard, oppure se la disfatta sul Col du Granon – dove nel 1986, la sola volta che il Tour passò di lì, Bernard Hinault vestì la sua ultima maglia gialla – sarà stata l’anticamera della resa definitiva del talentuosissimo sloveno della Uae.