CICLISMO

‘La Tudor, una locomotiva per tutto il movimento’

Olivier Senn, direttore del Tour de Suisse, parla della nuova squadra di Fabian Cancellara, dei Mondiali 2024, della collaborazione con il TdR...

13 giugno 2022
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Olivier Senn, direttore del Tour de Suisse, è una delle figure chiave del ciclismo svizzero. Con Joko Vogel, riveste la carica di condirettore generale della società Cycling Unlimited Ag, organizzatrice della più importante corsa a tappe elvetica. Senn, ex ciclista nella categoria dei dilettanti élite, da quasi un decennio (con una breve interruzione) regge le fila dell’organizzazione del TdS. Inoltre, l’argoviese è proprietario della società di consulenza ProTouchGlobal e, in qualità di manager, si occupa di numerosi ciclisti professionisti, tra i quali Stefan Küng, Stefan Bissegger e Mauro Schmid.

In questi giorni è impegnato sulle strade del Tour de Suisse, scattato domenica sul Forch, sopra Küsnacht, tra due ali di folla entusiasta. C’è da chiedersi se gli spettatori abbiano avuto l’opportunità di godersi un piccolo antipasto dei Mondiali 2024… «Per quanto riguarda i tifosi, spero che tra due anni l’entusiasmo sia altrettanto forte e che i bordi delle strade si riempiano di spettatori».

Una risposta che, però, non soddisfa la curiosità concernente il percorso: il Pfannenstiel e il Forch potrebbero essere al centro dell’assegnazione della maglia iridata? «Al momento non c’è nulla da dire in merito al tracciato dei Mondiali 2024. Ma sappiamo benissimo che la gara si disputerà nella regione di Zurigo, per cui è possibile che venga utilizzata l’una o l’altra di queste strade. I Campionati del mondo, un evento di grande prestigio a livello internazionale, faranno sicuramente parte del Tour de Suisse dei prossimi due anni».

In Svizzera le corse a tappe del calendario World Tour sono due: oltre al Tour de Suisse, c’è il Tour de Romandie e a inizio maggio era stato annunciato un avvicinamento tra le due corse, in modo da poter sfruttare alcune sinergie… «La fusione è fuori discussione, diciamolo subito. Tuttavia, la pandemia ci ha aperto gli occhi. Ha mostrato come le sfide da affrontare siano bene o male le medesime. In Svizzera siamo troppo piccoli per pensare che ognuno possa arrovellarsi per risolvere individualmente problemi comuni».

È però vero che la Svizzera è piccola da sempre e che certe sfide esistevano ben prima del 2020. Perché, allora, l’avvicinamento è avvenuto soltanto ora? «Io e Richard (Chassot, direttore del TdR, ndr) ci conosciamo da molto tempo, gareggiavamo l’uno contro l’altro quando avevamo 15 anni. In passato tra le due strutture vi erano delle differenze d’ordine politico, ma ora ci siamo seduti attorno a un tavolo per valutare il modo migliore di affrontare le sfide esistenti».

Che sarebbero? «Produzione, logistica, comunicazione, marketing. L’idea è di sviluppare e far progredire assieme il ciclismo svizzero. Naturalmente, vi è un interesse pure dal profilo finanziario per generare introiti a favore dei nostri eventi».

Ad esempio con la possibilità per gli sponsor di utilizzare in modo trasversale le diverse piattaforme? «Sì. Il nostro problema è che sia noi, sia il TdR, in un anno proponiamo eventi della durata di pochi giorni. Abbiamo il Romandia a fine aprile, il TdS maschile e femminile in giugno e il TdR femminile in ottobre. Oltre a queste manifestazioni, però, siamo coinvolti anche in eventi minori e questo permetterà ai nostri sponsor di avere una visibilità maggiore».

A fine aprile, il due volte campione olimpico Fabian Cancellara ha annunciato la nascita della Tudor Pro Cycling Team, squadra che a partire dal 2023 gareggerà nello Europe Tour. Una notizia che non può non far piacere… «I Mondiali 2024, la collaborazione tra gli organizzatori delle corse più importanti, la nascita di Tudor…: tra i diversi attori del ciclismo svizzero l’entusiasmo è palpabile. Per quanto riguarda la nuova squadra di Cancellara, ritengo sia molto importante per tutto il movimento nazionale avere la possibilità di uno sbocco nella categoria Pro Continental e, se possibile, ancora più in alto. Penso sia una bella notizia che il management del team stia compiendo un importante passo avanti e che abbia trovato dei partner pronti a sostenerlo. Tudor rappresenta un arricchimento per tutto il ciclismo svizzero, così come per il Tour de Suisse».

Quale dovrebbe essere l’obiettivo? «Far sì che un sempre crescente numero di ciclisti svizzeri entri in gruppo. Potrebbe capitare che la presenza della Tudor costringa Swiss Cycling a rinunciare a schierare una sua selezione al TdS e al TdR, in quanto l’Uci non darebbe più il nullaosta, basato finora sul fatto che la Svizzera non possiede squadre nelle prime due categorie (World Tour e Pro Continental). Per questo motivo nei prossimi mesi è agendata una serie di colloqui con la federazione internazionale, in quanto sarebbe nostro interesse poter schierare al via sia la selezione nazionale, sia la Tudor».