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Viola Amherd: ‘Gli atleti vanno protetti dalle violenze’

La consigliera federale ha presentato una serie di misure. L’obiettivo è di sanzionare tutte le violazioni dei principi etici

16 novembre 2021
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Gli atleti devono essere meglio protetti contro violenze e abusi. La consigliera federale Viola Amherd ha presentato oggi una serie di misure in questo senso. L’obiettivo è, fra le altre cose, sanzionare tutte le violazioni dei principi etici.

Gli sportivi, in particolare i minori, dispongono a oggi di protezioni insufficienti, secondo il risultato di un’inchiesta condotta da un ufficio di avvocati zurighesi. Non è infatti raro incappare in violenze fisiche e psicologiche nel corso di allenamenti e competizioni.

Gli atleti sono ad esempio spinti alla prestazione anche in caso di infortunio. Spesso finiscono per non denunciare gli incidenti e, se lo fanno, la situazione non evolve per forza a loro favore, hanno sottolineato gli autori dello studio, commissionato dalla Confederazione per fare luce su eventuali abusi – pubblicati dai media – avvenuti al centro di Macolin.

L’intervento di Berna

Da quanto emerso grazie all’analisi effettuata, è evidente l’importanza di un cambio di cultura, che permetta un rigoroso rispetto dei principi etici, ha dichiarato il Consiglio federale in un comunicato odierno. Per questo è necessaria una serie di misure.

Il benessere dei bambini deve, ad esempio, essere messo al primo posto, gli allenatori devono essere formati in maniera adeguata e un sistema di prevenzione deve essere elaborato. I genitori e altri rappresentanti legali vanno coinvolti in questo discorso, sottolinea il governo. In futuro, tutti i comportamenti non conformi alle norme dovranno essere sanzionati. Servono esigenze minime che le federazioni devono rispettare, con le nuove disposizioni che dovrebbero entrare in vigore a inizio 2023.

In tutto questo, continuerà la collaborazione fra la Confederazione e altri attori, come i Cantoni o Swiss Olympic, ma la funzione di sorveglianza della Confederazione sarà rafforzata. L’Ufficio federale dello sport vigilerà sul rispetto delle direttive grazie a un nuovo sistema di rapporto e controllo.

Insulti e approcci sessuali

La decisione di intraprendere un’analisi sulla situazione si deve a otto ex ginnaste che nell’ottobre 2020 hanno rotto l’omertà e parlato, in particolare riferendosi a Macolin. Il tutto era stato pubblicato dal Tages-Anzeiger. Le atlete dipingono un quadro sconcertate, parlando di insulti, divieti di andare in bagno o approcci di carattere sessuale. Il periodo di riferimento è quello fra il 2010 e il 2013.

Se gli abusi fisici sono minoritari, gli allenamenti nella ginnastica ritmica sono descritti come eccessivi. Dolori e infortuni non vengono presi in considerazione e si chiede semplicemente troppo agli atleti. Il tutto ha creato un clima di paura con una parte delle atlete che ha sviluppato disturbi alimentari.

Coinvolti anche altri sport

Gli avvocati incaricati dalla Confederazione hanno voluto vederci chiaro e hanno analizzato la situazione anche in altri sport, come il trampolino, il pattinaggio artistico, i tuffi e il nuoto sincronizzato.

È emerso che il 16% degli atleti intervistati è stato insultato regolarmente nel corso di allenamenti o competizioni. Un quinto abbondante ha avuto l’idea d’abbandonare lo sport a causa di trattamenti iniqui, spossatezza mentale o conflitti con l’allenatore.

Il 40% ha poi detto di non aver mai parlato delle esperienze negative, per timore di pregiudizi. Fra coloro che l’hanno fatto, due terzi hanno affermato che la situazione non è cambiata. Fra il 9% e il 26% ha invece visto la situazione addirittura degradarsi dopo la segnalazione. Un quinto ha poi riferito di metodi “orientati verso la violenza”, caratterizzati da vie di fatto.