L’analisi delle avversarie di Massagno e Lugano nel campionato di serie A maschile, al via questo weekend con le solite attese protagoniste
Sabato riparte sul serio la stagione del basket svizzero, dopo l’antipasto un po’ farsesco di una Supercoppa senza sugo, viste le abissali differenze fra le due squadre di Friborgo al cospetto delle due ginevrine, letteralmente asfaltate. Un campionato di Lna maschile che si ripresenta al via con le solite protagoniste o meglio, con Olympic e Spinelli Massagno in prima fila, seguite dai Lions di Ginevra, sempre che tornino sul mercato in maniera adeguata. Poi, visto e considerati i movimenti delle varie squadre, a naso ci mettiamo il Monthey, seguito in ordine un po’ sparso dalle altre. D’altronde se ricordiamo che lo scorso anno gli Starwings sono arrivati in finale, è meglio un po’ di prudenza, anche perché non sono certamente le amichevoli estive a definire le forze reali.
E, forse, nemmeno i primi mesi, visti i molti movimenti che hanno accompagnato tutte le compagini, di cui i nuovi stranieri rappresentano la stragrande maggioranza e i cui nomi non sono certamente reduci dall’Nba o dall’Eurolega. Siamo la Svizzera, terra nella quale, se tutto va bene, si trova un trampolino di lancio ideale per andare a giocare in campionati più competitivi, sempre che si abbiano qualità superiori alla media. Non vogliamo essere disfattisti, ma nemmeno ottimisti come lo sono altri e crediamo che il livello del nostro basket stia calando. Si ha la possibilità di avere fino a sette stranieri in rosa, mettendone quattro a referto in ogni partita (al massimo tre in campo contemporaneamente), ma solo Olympic e Spinelli sfruttano al massimo tale possibilità, le altre squadre sono ferme a tre, mentre Nyon e Neuchâtel solo due. Non bastassero questi numeri, se consideriamo i giocatori che sono in nazionale, vediamo che il Friborgo ne ha ben sei (Natan Jurkovitz, Zinn, Cotture, Gravet, Mbala e Solcà), la Spinelli ha i due fratelli Mladjan, Kovac e un “papabile” come Martino, Ginevra ne conta tre con Thomas Jurkovitz, Portannese e Kuba, ma sono mediamente di un livello inferiore. Alle altre formazioni restano solo alcune briciole qua e là.
Insomma, pensare che possa essere una stagione esaltante è veramente difficile perché, piaccia o meno, avere due stranieri o quattro, al netto di possibili “bufale”, fa una differenza sostanziale. Un discorso che è strettamente legato alle disponibilità finanziarie dei club, con cifre che spaziano da oltre 1’300’000 franchi giù fino a 300’000. Risulta quindi difficile fare dei paragoni fra chi spende 6-7’000 franchi per uno straniero e chi, con le stesse cifre, ne prende due o tre. Il rapporto qualità prezzo non è sempre una regola, ma indicativo lo è certamente.
L’Olympic, costruito per un’Europa alla quale non parteciperà essendo stato eliminato nelle qualificazioni, sotto la guida del sempiterno Aleksic ha preso N. Jurkovitz da Ginevra e ingaggiato i serbi Jankovic (dal Boncourt) e Petar Tomic, il play statunitense Mitchell (pescato in Serbia) e l’altro americano Quincy Diggs (guardia-ala proveniente dall’Austria), che assieme al montenegrino Slobodan Miljanic formano il pokerissimo straniero dei burgundi.
Ginevra ha perso Kovac e N. Jurkovitz e ha lo statunitense Adams fuori per infortunio; per contro ha preso l’ex Lugano Portannese, il portoghese (ma formato in svizzera) Monteiro dal Morges, Solioz dal Boncourt e Milenkovic dagli Starwings, unitamente agli stranieri Scott Suggs (guardia Usa proveniente dalla Grecia) e Dragan Zekovic (serbo, dalla Romania). Si vedrà che mercato farà nelle prossime settimane per capire se tornerà ai primi piani o se si manterrà in seconda linea.
Dicevamo del Monthey: la squadra vallesana ha tre americani, l’ala Jalen Hayes (che ha giocato in Inghilterra), Aminenye Lakoju (pivot proveniente dall’Austria) e Jacori Payne, post-pivot dall’Olanda. Poi ha preso due svizzeri, Denzel Tchougang (208 cm, in Ncaa 1 la scorsa stagione) e Clayton Le Sann (play, dalla Eba spagnola). In Vallese si dice un gran bene di questo gruppo e noi saremo felici di verificarne l’efficienza.
Uno dei colpi più eclatanti è stato il passaggio di Jérémy Jaunin a Nyon: un nazionale, un play di valore che ha scelto una squadra di terza fascia per giocare con maggior regolarità e divertirsi magari un po’ di più. Ginevra gli stava oramai stretta, vista la concorrenza ma anche una certa filosofia che, dicono o dice, non si sposava più con la sua passione.
Delle ticinesi abbiamo già ampiamente parlato nelle scorse settimane in sede di presentazione delle singole compagini, ed è inutile stare qui a elencare altri nomi, anche perché magari fra due settimane non ci saranno già più considerando che quando cominciano i “saldi” nei paesi vicini con i primi tagli, le offerte interessanti non mancano e i movimenti sono parecchi. Spazio quindi al campo, con il primo appuntamento delle ticinesi che vedrà impegnati i Lugano Tigers, sabato alle 17.30 a Boncourt, mentre la Sam debutterà in casa (palestra Nosedo) domenica alle 16 contro gli Starwings.