L'eliminazione dei Ginevra Lions nei quarti di finale mette in luce pecche anche a livello di coaching staff. Ma un grande plauso va alla squadra basilese
77-75 a Basilea, 70-73 a Ginevra: queste le cifre della débâcle dei Lions contro gli Starwings nei quarti di finale dei playoff. Al netto dei meriti di Basilea per come ha saputo mettere in campo grinta e determinazione, stiamo parlando dell’ottava in campionato che estromette la dominatrice della stagione che ha già incamerato due trofei, la Sb Cup e la Coppa Svizzera. Stiamo parlando di una squadra, i Lions, che costa più di un milione e mezzo, al cospetto dei basilesi che hanno un bilancio appena superiore ai 300'000 franchi, più della metà in tasse varie. Infine, stiamo parlando di un complesso che dispone di quattro stranieri e di cinque nazionali, al cospetto di una squadra che gioca praticamente in sei, massimo sette se uno esce per falli. Non è nemmeno Davide contro Golia, piuttosto un panfilo di Abramovich al cospetto di un pedalò domenicale. Non è una rarità che in una partita secca una squadra nettamente più debole possa fare il colpaccio, ma che succeda in due partite consecutive nello spazio di tre giorni è un qualcosa di mai visto.
Quando in gara 1 gli Starwings furono messi sotto con oltre 20 punti di scarto, nessuno se ne era meravigliato, tutto nella logica delle cose. Quando il gara 2 Basilea aveva vinto allo scadere si era pensato a un vuoto pneumatico nelle teste ginevrine. Ma quando in gara 3 si è visto Millon infilare la tripla vincente a meno di un secondo dalla sirena c’era di che restare secchi. Anche perché avevamo visto gli stessi basilesi soccombere contro un Lugano privo di Nikolic e Steinmann appena dieci giorni prima.
Quali conclusioni trarre? Semplice, direi, abbiamo una situazione globale di poco valore tecnico e c'è da chiedersi dove andremo a finire, considerate le difficoltà di molti club. L’uscita di Ginevra mette in risalto anche l’incapacità di Stimac e suoi collaboratori di riuscire a cambiare le cose nello spazio di tre giorni, pur disponendo di qualità tecniche invidiabili rispetto alle avversarie. Eppure Ginevra in gara 3 ha presentato gli stessi schemi, ha giocato a ritmi bassi molto graditi dagli Starwings, ha costretto gli avversari a sudarsi poco la ricerca del canestro e ha sbagliato non poco in fase realizzativa: ma, a mio parere, è mancata una condizione psicologica adeguata che doveva essere preparata con grande acume. Andare in campo pensando che “tanto prima o dopo la vinciamo”, è un errore pagato caro. Anche la gestione dei cambi è stata poco efficace, per non parlare dei secondi tiri sprecati a iosa. Il fatto che non ci sia stata una reazione dalla panchina, quando Ginevra nell’ultimo quarto è rimasto fermo a quota 65 per 3’32” ed era sotto di 5 punti, è tutto dire. Significa non aver capito quanto fosse pericoloso aver sprecato sei attacchi di fila e, per fortuna, Basilea aveva fatto altrettanto. Già nell’ultimo quarto della finale di Coppa, Ginevra era stato vicino alla frittata, facendosi rimontare 16 punti di margine dall’Olympic, ma stiamo parlando dei burgundi mica degli Starwings. Un enorme plauso a questa squadra che ha strameritato di arrivare in semifinale e chissà non continui a stupire.