La Spinelli ospita a Nosedo il Neuchâtel, mentre il Lugano renderà visita all'Olympic in una sfida nella quale i Tigers partono nettamente sfavoriti
Torna in campo anche la Spinelli, dopo tre settimane di quarantene varie, visto che ne sono stati colpiti quasi tutti, eccezion fatta per il coach e Martino, mentre Andjelkovic e Molteni l’avevano già subita mesi fa. Tre settimane con allenamenti a singhiozzo e a ranghi incompleti non è il massimo per una squadra che vuole confermare oggi, alle 16.00 a Nosedo, il secondo posto. Ma oramai si fa di necessità virtù, anche se c’è da chiedersi se non era opportuno, per la Sam come per le altre squadre e non solo nel basket, fare il vaccino per garantire un minimo di continuità ai vari campionati. Non si tratta di stendere tappeti privilegiati a favore degli sportivi d’élite, ma di avere delle logiche procedurali che garantiscano più regolarità alle competizioni. Per ora le cose stanno così e quindi facciamone tesoro. Deve arrangiarsi anche il coach Gubitosa che, di questa emergenza, non può essere felice: «Mercoledì sono rientrati alcuni giocatori, mentre al completo, con Chukwu e Slokar, ci siamo allenati solo ieri sera. Non certamente la situazione ideale per affrontare una squadra come il Neuchâtel, perché non deve illudere la facilità con la quale abbiamo vinto in SBL Cup tre settimane fa. Loro hanno avuto continuità e sono in ritmo, noi invece dobbiamo recuperarlo fra oggi e mercoledì nel derby».
Anche l’inserimento dell’ultimo arrivato, Nguirane Maodo, pivot senegalese, è ritardato... «È chiaro che mancando proprio i lunghi sino all’ultimo allenamento, anche per lui non sarà facile: abbiamo svolto solo quattro sedute con la squadra prima della quarantena e quindi diventa difficile capire movimenti e necessità della squadra quando non ti alleni con regolarità. Lui ce la mette tutta, vedremo quale sarà il responso del campo».
Il Lugano, dopo aver buttato al vento la gara contro il Monthey, rende visita all’Olympic. Inutile farsi illusioni, non è pensabile che una squadra ridotta ai minimi termini come quella bianconera possa impensierire i burgundi, perché la differenza fra le due compagini è abissale. L’Olympic è stato costruito per vincere anche in Europa, il Lugano per sopravvivere in questa situazione economica di ristrettezze. Una partita che servirà certamente per continuare a far crescere i giovani in proiezione futura, senza per questo dimenticarsi di lottare su ogni pallone e giocarsela con grande spirito di squadra. Le partite da vincere saranno altre con l’obiettivo di entrare fra le prime sei del campionato il che sarebbe già un traguardo importante. Un obiettivo che può benissimo partire anche da sfide scontate come quella di oggi perché la giusta mentalità la si può acquisire in ogni momento della stagione, anche in quello, o soprattutto, più difficile.