CICLISMO

Il sollievo di Jakobsen: 'Temevo di non farcela'

Per la prima volta il danese della Deceuninck parla dopo il pauroso incidente in Polonia. 'Devo la vita a chi mi ha assistito al traguardo di Katowice'

18 agosto 2020
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«Mi serviranno diversi interventi facciali, ma sono contento di esser vivo». È l'efficace sintesi di Fabio Jakobsen, il danese della Deceuninck Quick Step che parla per la prima volta dopo l'incidente al Giro di Polonia che lo lasciato in coma farmacologico per diversi giorni dopo un'operazione d'urgenza durata cinque ore, servita secondo i medici a salvargli la vita. «È stato un periodo difficile e buio per me in terapia intensiva: avevo paura di non sopravvivere», ha aggiunto Jakobsen. Il quale è rimasto in ospedale per un'intera settimana nel reparto di terapia intensiva. «I traumatologi e gli infermieri al traguardo di Katowice mi hanno salvato la vita, cosa per cui sono loro estremamente grato. Sono grato a loro e a chi mi ha operato» ha aggiunto, specificando che al momento prosegue a casa. «Nei prossimi mesi dovrò riposare molto, dopo una grave commozione cerebrale, ma dovrò pure sottopormi a molteplici interventi chirurgici e trattamenti per rimediare alle lesioni facciali».
L'incidente occorso a Jakobsen ha suscitato diverse polemiche all'interno del ciclismo, con il numero uno della Deceuninck Quick Step, Patrick Lefevere, ha è arrivato persino a chiedere il carcere per Groenewegen, all'origine della caduta di Jakobsen. In molti hanno però criticato lo sprint in discesa e le condizioni di sicurezza.

Niente bisturi per Evenepoel

Ieri, intanto, è arrivata la decisione dei medici sul conto di un altro corridore della Quick Step, quel Remco Evenepoel caduto per una decina di metri sotto un ponte durante il Giro di Lombardia, sabato. «Purtroppo la mia stagione è finita, ma mi sto già preparando mentalmente per tornare piu' forte» ha detto il belga, con gli specialisti che dopo averlo nuovamente visitato hanno confermato la scelta di non operarlo per la frattura del bacino, che verrà sistemata seguendo una terapia conservativa.

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