DOPING

Caso doping, la diplomazia russa passa al contrattacco

La portavoce Zakharova ha affermato che da anni 'esiste una lobby interessata ad escludere Mosca dallo spazio sportivo mondiale'

28 novembre 2019
|

“Slealtà”, “Decisione politica”, “guerra”: il governo russo è passato al contrattacco dopo le minacce di quattro anni di esclusione dai Giochi olimpici per l'eterno caso doping che a Mosca sembra non trovare soluzione. Una telenovela che da quattro anni offusca l'immagine di Vladimir Putin. Il presidente russo aveva fatto dello sport un prezioso veicolo in grado di diffondere il prestigio della Russia sulle scena internazionale, vuoi tramite l'organizzazione di eventi (i Giochi di Sochi 2012 o i Mondiali di calcio 2018), vuoi tramite i risultati degli atleti.

Negli scorsi giorni un comitato dell'Agenzia mondiale antidoping (Ama) ha raccomandato l'eclusione per quattro anni da tute le competizioni internazionali della Russia, accusata di aver manipolato i dati del laboratorio antidoping di Mosca prima di consegnarli all'Ama, in modo da camuffare i risultati positivi dei test. 

'Forse siamo già alla guerra'

La portavoce della diplomazia di Mosca, Maria Zakharova, ha replicato bollando di “politica” la procedura dell'Ama. «Da anni assistiamo a un'alleanza, una lobby che desidera escludere la Russia dallo spazio sportivo mondiale», ha dichiarato la Zakharova, aggiungendo che in tutto ciò intravede pure la mano dei media internazionali. «È un combattimento privo di regole, forse già una guerra», ha aggiunto, riferendosi a una richiesta sulla quale l'Ama dovrà esprimersi il 9 dicembre.

Il presidente del comitato olimpico russo Stanislav Pozdniakov, ha promesso da parte sua di «fare tutto il possibile» affinché la Russia possa essere presente ai Giochi olimpici di Tokyo 2020. Pozdniakov ha assicurato, nel corso di una conferenza stampa, che «non potrà esserci alcuna discussione in merito a una partecipazione degli atleti russi sotto bandiera neutra». Il presidente del comitato olimpico russo ha pure lui denunciato la richiesta di sanzioni, giudicandola «eccessiva e inadeguata». Citato dall'agenzia stampa Ria Novosti, ha affermato che sanzioni contro il Comitato olimpico da lui presieduto  sono  «infondate, parziali, inacettabili sia dal punto di vista del diritto, sia dal punto di vista della logica». Ha aggiunto che Mosca proseguirà senza tentennamenti la preparazione per i Giochi estivi di Tokyo e quelli invernali di Pechino del 2022, aggiungendo che 900 milioni di rubli (12,7 milioni di euro) sono già stati spesi e che 670 persone, tra cui 400 atleti, compongono attualmente la delegazione russa.

Ieri il Cremlino si era detto «disposto a collaborare fino in fondo» con l'Ama e la comunità sportiva internazionale. Nel caso in cui l'Agenzia antidoping dovesse decidere di applicare le sanzioni proposte dalla commissione, la Russia ha già annunciato che si appellerà al Tribunale arbitrale dello sport (Tas) di Losanna.