DOPING

'Bandite la Russia per quattro anni dallo sport internazionale'

La richiesta di un comitato dell'Ama verrà discussa il 9 dicembre a Parigi. In forse le Olimpiadi 2020 e 2022, ma anche le partite a San Pietroburgo di Euro 2020

25 novembre 2019
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Un comitato indipendente dell'Agenzia mondiale antidoping (Ama) ha raccomandato la sospensione per quattro anni della Russia dalle future competizioni sportive, comprese ovviamente le Olimpiadi di Tokyo 2020. La causa della richiesta sta nella falsificazione dei dati di laboratorio trasmessi agli inquirenti dell'Ama. A quanto pare, sarebbero centinaia i risultati di controlli antidoping sospetti che la Russia avrebbe fatto sparire dagli schedari al momento di consegnarli all'agenzia.

In forse anche le partite di Euro 2020 a San Pietroburgo

Se la richiesta dovesse essere accolta dal comitato esecutivo dell'Ama, in riunione il 9 dicembre a Parigi, la Russia non potrebbe prendere parte ai Giochi estivi del 2020 e invernali del 2022, ai Giochi della gioventù e alle Paralimpiadi. Mosca potrebbe altresì vedersi ritirare le partite programmate a San Pietroburgo per l'Euro 2020 di calcio. La Russia ha la facoltà di contestare l'eventuale sanzione davanti al Tribunale arbitrale dello sport di Losanna.

Inoltre, per i prossimi quattro anni nessun ufficiale russo potrebbe essere ammesso sui teatri delle grandi competizioni sportive e Mosca non potrebbe più candidare una sua città per l'organizzazione di un evento internazionale. Peggio ancora, se una manifestazione le fosse già stata attribuita, chi ne detiene i diritti dovrebbe ritirarle l'organizzazione e attribuirla a un'altra nazione «salvo nel caso in cui fosse impossibile da un punto di vista legale o pratico». Ed è proprio questo il paragrafo che potrebbe mettere in discussione l'organizzazione delle partite di Euro 2020 a San Pietroburgo.

Per quanto riguarda gli atleti russi, potranno prendere parte a eventi internazionali solo dopo «aver dimostrato di non essere in alcuna misura implicati» nello scandalo doping. Non sarebbero comunque autorizzati a gareggiare sotto la bandiera russa, ma con un vessillo neutro, come già avviene dal 2015