Ottima prova del vallesano Carron, che piazzandosi terzo assoluto vince il duello contro il detentore del titolo Ballinari fra i piloti elvetici
Una bella mattina di sole ha accolto la 22esima edizione del Rally Ronde del Ticino, per la quale si è gareggiato ieri sulle strade della Valcolla, a Isone e al Penz, dove nella prima serata è andata in scena la prova speciale conclusiva, giusto prima della cerimonia di premiazione svoltasi in Corso San Gottardo a Chiasso.
Gli appassionati che hanno seguito dal vivo le evoluzioni degli equipaggi in gara si sono potuti godere uno spettacolo che li ha sicuramente soddisfatti, grazie anche alla presenza di vetture della categoria Wrc, quelle che partecipano al campionato mondiale di rally. Altro motivo di indubbio interesse la sfida tra il pilota vallesano Sébastien Carron con la Vw Polo R5 della scuderia D-Max Swiss e quello malcantonese Ivan Ballinari con la Skoda Fabia R5 della Lugano Racing Team.
Carron, in lizza con il navigatore Lucien Revaz e fregiatosi già a tre riprese del titolo svizzero, come nel 2018 quest’anno non ha partecipato a tutte le gare del campionato, così che Ballinari – nella gara di casa affiancato da Giusva Pagani alle note – si è ritrovato con la strada spianata verso il suo secondo alloro nazionale in carriera, il secondo di fila e messo in cassaforte ancor prima della disputa del Rally Ronde del Ticino. Di conseguenza, la corsa di casa nostra è stata una sorta di cartina di tornasole che ha permesso di valutare con cognizione di causa il rapporto attuale fra le forze in campo.
E pure di dirsi fra addetti ai lavori, tifosi e appassionati che il campionato ben probabilmente sarebbe stato un altro, se Carron avesse sfidato il Bally – come è soprannominato Ballinari – lungo tutto il corso di una stagione che si concluderà in ottobre con il Rally del Vallese. Senza contare che non sono stati della partita l’asso neocastellano dei rally Grégoire Hotz – recordman in materia di titoli svizzeri con ben otto allori nel palmarès – e il suo navigatore momò Pietro Ravasi, i quali si sono schierati al via solamente nelle prime due gare di questo 2019.
Ebbene, già nel primo passaggio in Valcolla – quello che ha dato il via alle danze nel 22. Rally Ronde del Ticino – Sébastien Carron ha rifilato a Ballinari un distacco di 3 secondi e altrettanti decimi. Come dire che fra i campioni nazionali delle ultime stagioni – il vallesano nel 2014, 2016 e 2017 e Ballinari appunto nel 2018 e 2019, mentre nel 2015 a trionfare era stato il duo Hotz-Ravasi – i giochi si sono decisi subito a favore del vallesano. Già, perché Carron e Revaz di fatto si sono tolti di torno in men che non si dica l’avversario che insieme a loro poteva ambire al successo fra le R5 – le macchine top del campionato svizzero – e soprattutto a un piazzamento fra i migliori tre della classifica generale assoluta.
Quanto a quest’ultima, per il primato e la vittoria finale a fare da lepre si è messo fin dai primi metri del Rally Ronde del Ticino l’italiano Andrea Crugnola con la sua Ford Fiesta Wrc e la navigatrice ticinese Moira Lucca. Un equipaggio, il loro, seguito nell’ordine nella generale e fin dai chilometri inaugurali dalla Hyundai i20 Wrc di Kevin Gilardoni-Roberto Mometti – connazionali di Crugnola – e dalla Wv Polo R5 di Sébastien Carron e Lucien Revaz. I giochi per il podio assoluto nel corso di tutta la gara si sono ristretti a questi tre equipaggi, gran finale al Penz compreso.
Anche perché poco dopo le 13.30, già alla terza delle sei PS in programma, ossia al secondo passaggio a Isone, Carron ha messo ulteriori 3 secondi e 7 decimi fra lui e Ivan Ballinari, tagliando fuori definitivamente il malcantonese dalla battaglia più prestigiosa. Ininfluenti, quindi, sono stati gli 8 decimi rosicchiati poi dal Bally a Sébastien nella PS4, al secondo e ultimo passaggio in Valcolla, dove la PS4 è stata l’unica prova speciale in cui Ballinari è stato più veloce di Carron, con cui ha fatto comunque pari e patta nel gran finale del Penz, cronometro alla mano.
Il primo equipaggio a salire sul podio in Corso San Gottardo a Chiasso – dopo aver affrontato un totale di 48,72 chilometri di velocità pura – è stato così quello di Crugnola e Moira Lucca: con un crono complessivo di 30’33’’3 hanno lasciato al secondo posto e a 9 secondi netti Kevin Gilardoni, vincitore assoluto nelle tre precedenti edizioni del Rally Ronde del Ticino. Per i colori della D-Max Swiss ecco poi al terzo posto assoluto i più che convincenti Sébastien Carron e Revaz, staccati di 1’01’’3 da Gilardoni e impostisi nella classifica valida per il campionato svizzero. Nella stessa secondo rango – e quarto assoluto – per il duo Ballinari-Pagani che sono rimasti a 9’’7 da Carron e terzo per l’altro ticinese Kim Daldini e il navigatore italiano Daniele Rocca, pure su Skoda Fabia R5. Daldini ha accusato un gap finale di 50’’4 sul Bally, il cui tempo complessivo è stato pareggiato dagli italiani Giuseppe Di Palma e “Cobra”, navigatore che ha gareggiato con questo pseudonimo.
Dopo il successo nello Chablais a cavallo tra la fine di maggio e l’inizio di giugno, Sébastien Carron in Ticino ha dunque firmato il suo secondo successo stagionale, dopo che Ivan Ballinari in precedenza ne ha inanellati tre. Pur se occorre riconoscere che per il Bally l’ultima vittoria in ordine di tempo è stata fin troppo facile, visto che al Rally delle Valli Ossolane – il 22-23 giugno – gli equipaggi elvetici in gara con le performanti R5 sono stati la miseria di due. Il secondo era stato quello di Jean-Marc Salomon, cosa che ad ogni modo non muta la sostanza delle cose, poiché la posta piena, per il nostro campionato nazionale, in quell’occasione, è stata legittimamente assegnata a Ballinari.
Infine, una nota sulle vetture storiche, vecchie e nobili signore del rallysmo. Al Rally Ronde del Ticino si sono iscritti cinque equipaggi. Uno ha però dato forfait ancor prima del via e due altri si sono ritirati in gara. Fra i superstiti, la Bmw M3 del còrso ed elvetico d'adozione Marc Valliccioni ha prevalso sull'altra Bmw M3 dei rossocrociati Erwin Keller e Dominique Juple con un margine di 1’12’’5. Il navigatore di Valliccioni, per la cronaca, è stata Marie Josée Cardi, anche lei còrsa, mentre le altre storiche in gara sono state due Ford Escort RS 2000.