Tecnologia

Facebook vieta i contenuti che negano l'Olocausto

Facebook aggiorna le sue policy sull'incitamento all'odio per vietare qualsiasi contenuto che neghi o distorca la Shoa

Per non dimenticare (Keystone)
12 ottobre 2020
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Facebook aggiorna le sue policy sull'incitamento all'odio per vietare qualsiasi contenuto che neghi o distorca l'Olocausto. Lo annuncia la stessa società spiegando che è "un altro passo nell'impegno per combattere l'odio nei servizi".

"Se le persone cercano l'Olocausto su Facebook, inizieremo a indirizzarli a fonti autorevoli per ottenere informazioni accurate - sottolinea Mark Zuckerberg -. Sono stato combattuto tra la libertà di espressione e il danno causato dal minimizzare o negare l'orrore dell'Olocausto. Il mio pensiero si è evoluto quando ho visto i dati che mostrano un aumento della violenza antisemita".

La scelta di Facebook di rimuovere i contenuti che negano o minimizzano l'Olocausto è un deciso cambio di rotta rispetto al 2018, quando la piattaforma, pur ammettendo che la negazione dell'Olocausto "è profondamente offensiva", sosteneva la libertà di espressione scatenando una bufera, tanto che Zuckerberg aveva chiarito le sue parole precisando di non voler difendere le persone che lo negano.

"Il mio pensiero si è evoluto - dice oggi Zuckerberg - quando ho visto i dati che mostrano un aumento della violenza antisemita. Tracciare il giusto confine tra ciò che è accettabile e ciò che non lo è non è semplice, ma allo stato attuale del mondo credo che questo sia il giusto equilibrio".

"Purtroppo, nel mondo in cui viviamo stiamo assistendo al sorgere di nuove forme di odio, nonché ad un aumento di alcune delle più antiche forme di odio, compreso l'antisemitismo. Ecco perché questo cambiamento di policy", aggiunge Sheryl Sandberg, n. 2 della società.

"La nostra decisione - osserva Facebook - è supportata dall'aumento ben documentato dell'antisemitismo a livello globale e dall'allarmante livello di ignoranza sull'Olocausto, soprattutto tra i giovani. Secondo un recente sondaggio, negli Stati Uniti tra persone di età compresa tra i 18 e i 39 anni, quasi un quarto ha affermato di credere che l'Olocausto fosse un mito, che fosse stato esagerato o di non esserne sicuri".

"Abbiamo bandito più di 250 organizzazioni suprematiste bianche e aggiornato le nostre politiche per affrontare i gruppi di milizie e QAnon", aggiunge la società in riferimento alla decisione presa di recente sulla teoria complottista di estrema destra.