laR+ Quando cade un quadro

Cosa fare quando rimangono solo le briciole?

Dopo un tempo interminabile torno in me, mi guardo, sta già comparendo un livido. Cosa ho fatto? Mi ero ripromessa che avrei controllato questi impulsi.

Il prof riconsegna le verifiche. Tremo. La mia compagna di banco mi dice che non dovrei preoccuparmi, perché tanto io vado sempre bene. Io, in qualche modo, riesco sempre. Quanto vorrei dirle che per me è un parametro che mi permette di attribuirmi un valore, per non essere il nulla più totale. Non capirebbe, in fondo nessuno lo ha mai fatto veramente. Vorrei replicare, invece no, decido di non dire nulla, abbozzo un mezzo sorriso. Ecco arrivato il momento della verità, il prof mi consegna il foglio e mi dice: “brava!”. Sono stata la migliore della classe, proprio come volevo, ho vinto io!

La mia compagna invece ha raggiunto a malapena la sufficienza, mi guarda con un sorrisetto compiaciuto. Dopo la lezione la mia compagna esce dall’aula; fuori c’è il suo ragazzo ad aspettarla. Lei non avrà preso il voto migliore, ma ha qualcuno con cui sentirsi leggera, qualcuno con cui nascondere il peso della vita in un abbraccio. Lei non è mai stata trattata come qualcosa di troppo, lei non ha mai attribuito il suo valore a degli stupidi numeri. Qualcosa in me si rompe, capisco che forse quella che ha vinto non sono io, proprio per niente. Torno a casa, devo assolutamente darmi da fare, domani c’è la verifica di matematica. Non posso deludere le mie aspettative, cosa mi resta? La mia testa, però, è altrove. Ripenso alla mia compagna di classe e improvvisamente i miei pensieri tornano a te, ancora una volta.

Perché per tutti sono la ragazza intelligente e carina, ma mai quella per cui vale la pena cambiare e lottare? Cosa mi manca? All’inizio mi hai fatto sentire così speciale, pensavo che tu avessi colto qualcosa di puro e unico nella mia persona, ma alla fine nemmeno tu l’hai fatto, nemmeno tu mi hai scelta. Ho visto il peggio di te e me lo sono addossata, mi sono presa le briciole, e mi andava bene così, volevo solo starti accanto, ma nemmeno questo è bastato. Io ci ho sempre messo il cuore, sono stata buona, anche quando non avrei dovuto, e allora perché non mi è tornato nulla indietro? Perché improvvisamente non sono più stata amabile?

Mi viene solo da piangere, non si tratta di un semplice pianto, ormai questa sensazione ho imparato a conoscerla bene. Cerco di respirare, ripeto alla mia testa che ora non posso permetterlo, devo studiare, altrimenti è la fine. Piango, non riesco a respirare, tremo, l’unica cosa che riesco a pensare è che nessuno sceglierà mai di starmi accanto, come biasimarli, non mi sceglierei nemmeno io. Affondo le unghie nella pelle dell’avambraccio destro. Dopo un tempo interminabile torno in me, mi guardo, sta già comparendo un livido. Cosa ho fatto? Mi ero ripromessa che avrei controllato questi impulsi. Chissà che cosa penseresti se vedessi questo mio subbuglio. Come è possibile che io sia arrivata al punto di mettermi in secondo piano, fino a far rimanere solo le briciole di me? Forse il problema sono solo io. Io che non riesco a volermi bene. Mi chiedo se riuscirò a riaprire il mio cuore, ora che conosco le conseguenze. Il test va male, sento proprio di aver fallito questa volta. Qualche giorno più tardi ci viene restituito. Sono stata mediocre. Cosa mi rimane ora? Non sono brava a fare nulla, né a far rimanere le persone, né a scuola. Torno a casa. È ora di cena, ho fame, ma ultimamente mi vedo enorme e mi sento ingombrante. Così mangio un po’ di insalata e qualche bocconcino di pollo scondito. Questa cena non ha nemmeno un terzo del fabbisogno calorico che necessiterei, lo so bene. Vado a letto, ma Il mio sguardo cade sul braccio destro. Sopra vi è la scritta “Sii gentile con te stessa”. Sotto il livido da me stessa causato, che stupida. Pensavo veramente che un po’ d’inchiostro infuso per sempre nella mia pelle mi avrebbe fatto fuggire dalla mia mente?
La mia pancia brontola, questo senso di vuoto mi era mancato, quel dolore che ti fa sentire invincibile, quel senso di controllo, terribilmente illusorio, perché tutto intorno a me sta sprofondando, erano ricordi lontani, ma eccoli qui, più vividi che mai. Almeno i miei meccanismi malsani, non mi lasciano sola, mai.