Il vicesindaco Badaracco invita le città ticinesi a unirsi nella candidatura per il 2030. L'approfondimento è dedicato al bullismo a scuola
La Città di Lugano punta a diventare capitale della cultura svizzera nel 2030, partecipando al bando dell’Associazione capitale culturale svizzera, che ha l’obiettivo di promuovere la diversità culturale e la coesione nazionale. Il vicesindaco Roberto Badaracco sottolinea l’importanza di coinvolgere altre città ticinesi. Tra le condizioni, per la candidatura, spicca il budget richiesto di 18-20 milioni di franchi. La prima edizione si svolgerà nel 2027 a La Chaux-de-Fonds.
L’approfondimento è dedicato al bullismo scolastico. Nel servizio ci sono testimonianze di ragazzi come Eleonora, che ha cambiato scuola per sfuggire alle persecuzioni. Lo psicologo Matteo Lancini suggerisce di chiudere i gruppi WhatsApp per prevenire il cyberbullismo e sottolinea l’importanza di affrontare il disagio giovanile attraverso relazioni autentiche. La madre di una vittima racconta la difficile esperienza della figlia e la mancanza di supporto da parte degli adulti.
Intervista a Massimo Cereghetti, presidente momò della Sezione ticinese della Società svizzera impresari costruttori, che illustra le sfide del settore edile, tra cui la necessità di migliorare l’immagine degli imprenditori e la difficoltà di reclutare nuovo personale. Cereghetti evidenzia che, nonostante le critiche, il settore rispetta i minimi salariali e investe nella formazione. Tuttavia, avverte che la costruzione in Ticino potrebbe aver raggiunto un limite, con un futuro orientato verso le ristrutturazioni.
Simone Gianini lascia la presidenza della Commissione regionale dei trasporti del Bellinzonese dopo 13 anni. Nell’intervista, il consigliere nazionale traccia un bilancio del lavoro svolto in oltre tre legislature. Nonostante i progressi, ci sono ancora resistenze alle misure di limitazione del traffico. Gianini sottolinea che non esistono soluzioni immediate per il traffico parassitario, ma è fondamentale continuare a investire nel trasporto pubblico. Secondo l’ex presidente, bisognerebbe snellire le procedure per le nuove infrastrutture.
Nel commento, vengono raccontate le vicissitudini del miliardario austriaco René Benko, arrestato per il crack del gruppo immobiliare Signa, che ottenne un prestito di 606 milioni di franchi da Julius Bär e mise in difficoltà la banca svizzera. Nonostante questo, Julius Bär prevede un utile netto di 1,02 miliardi di franchi per il 2024, ma annuncia anche un taglio del 5% del personale, pari a 400 posti di lavoro. L'Associazione degli impiegati di banca critica la decisione, mentre la Finma avvia un’inchiesta sui rapporti tra Benko e la banca.
Buona lettura.