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Arbedo-Castione, al voto per cancellare lo scandalo-bianchetto

Si torna alle urne il 22 settembre dopo i brogli di aprile. Su laRegione anche speciale progetti edilizi a Brè e Cardada, nel Mendrisiotto arriva il padel

12 settembre 2024
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Ad Arbedo-Castione il 22 settembre si torna alle urne per eleggere Municipio e Consiglio comunale dopo i brogli di aprile a suon di bianchetto. Mentre in paese le domande si rincorrono (Tentativo maldestro di farla franca? Sabotaggio orchestrato? Messaggio criptico agli elettori?), tastiamo il polso della situazione con tre illustri elettori.

Sessantaquattro casette. Sarebbe la nuova frontiera progettuale che interessa la fascia montana compresa fra Monte Brè e Cardada. Un nuovo progetto che sarebbe in corso di elaborazione da parte di un architetto confederato, “intercettato” nel quartiere collinare di Locarno, unitamente a due collaboratori, proprio nei giorni in cui si teneva l’assemblea della Pro. Il territorio interessato sarebbe quello della zona denominata “Follia”, dove ormai 6 anni fa i promotori immobiliari avevano fatto incetta di terreni, acquistandoli senza troppo badare a spese dai privati, con lo scopo di destinarli a redditizie strutture turistico-alberghiere.

Il Tennis club Mendrisio ha rinnovato i campi interni e si prepara alle prossime sfide. Fra queste, l'apertura, presumibilmente nella prossima primavera, del primo campo da padel del Mendrisiotto. La domanda di costruzione che il Tennis club ha presentato nel mese di luglio non ha infatti incontrato opposizioni e la licenza edilizia non dovrebbe tardare.

“Portami via”, l'invocazione strozzata che arriva dalla voce di una giovane in Afghanistan, dove da tre anni le donne vivono in un grande carcere a cielo aperto. Divieto di mostrare volto e corpo in pubblico, di cantare, recitare e pure di parlare davanti a persone che non appartengono alla ristretta cerchia familiare. Punito severamente il solo sguardo diretto a un uomo. La morte sociale per le donne.

Infine nel suo commento intitolato “Otto righe di pavidità politica”, Andrea Manna torna sul caso Norman Gobbi e in particolare sulla modalità con cui l’Esecutivo ticinese ha comunicato di aver riattribuito la conduzione politica e amministrativa della Polizia cantonale al titolare del Dipartimento istituzioni. "Su fatti di rilevanza istituzionale per lui scomodi, questo Consiglio di Stato si affida a striminziti comunicati – scrive il vicedirettore della Regione –. Meglio le veline delle conferenze stampa, meglio sottrarsi alle domande dei giornalisti e di riflesso dei cittadini. Niente contraddittorio. Alla faccia della trasparenza. E soprattutto del coraggio politico che ci si aspetta da un governo che si assume la responsabilità delle proprie scelte di fronte al Paese, spiegandole e difendendole. Così ora non è".

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