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Paralizzato dopo un ictus, inventa il 'TripAdvisor' per disabili

Willy Ruiz è stato il marketing manager di Apple Spagna per 10 anni prima di sentirsi male. Ora sta cambiando la vita di molte persone

Willy Ruiz (Foto: Santi Burgos)
24 giugno 2019
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La vita di Willy Ruiz è cambiata quando ha avuto un ictus. Si sveglia dal coma e trova il mondo che conosceva trasformato in un territorio ostile. Cinque anni dopo lancia un’applicazione chiamata Mapcesible, per favorire l’inclusione delle persone disabili. 
L’ictus di Willy Ruiz si è verificato mentre faceva una presentazione su iPhone, iPad e iPod. «Me ne sono andato con gli stivali addosso», scherza. Ruiz era il marketing manager di Apple in Spagna da 10 anni, ma la sua vita è cambiata quella mattina del 2013. «Tutto andava molto velocemente, e si è fermato. Poi tutto ha cominciato ad andare molto lentamente», dice. Si è svegliato da un coma in un mondo che ora era un territorio ostile, e dove si è dovuto abituare ad avere un cervello che non controllava più. «La prima notte in cui ho dormito a casa dopo l’ictus, sono caduto dal letto», ricorda. 

Ma la sfida più grande è stata quella di affrontare il mondo fuori da casa sua. Una notte, Ruiz stava tornando a casa dopo aver cenato con alcuni amici in un ristorante nel centro di Madrid, quando ha avuto bisogno di usare un bagno. In una strada piena di bar, non è riuscito a trovarne uno con accesso per sedie a rotelle. Quando finalmente l’ha fatto, c’erano tre scale che portavano al bagno. «Perché non c’è un’applicazione che mi permette di sapere dove posso andare in bagno?», ha pensato.
Fu allora che ebbe l’idea di Mapcesible, un’applicazione che funziona come una sorta di Trip Advisor per le persone a mobilità ridotta. Gli utenti valutano i posti, dai ristoranti alle spiagge, in base alla loro accessibilità. Rispondono a un questionario progettato da Ilunion, la fondazione dell’Organizzazione Spagnola per la Cecità (Organización Nacional de Ciegos Españoles, o Once), e possono anche caricare immagini. Un’altra fondazione spagnola, la Fundación Telefónica, ha fornito supporto tecnico e finanziario. 
«I primi test sono stati condotti dai volontari della fondazione e abbiamo aggiunto informazioni integrando i dati di dozzine di banche dati pubbliche, come quelle dei comuni», dice Luis Rojo, direttore delle relazioni istituzionali della fondazione. La piattaforma ha finora raccolto informazioni su più di 20mila posti. 

«Si vede la città con occhi diversi. Il giorno in cui abbiamo presentato l’app, un kick scooter (scooter elettrico a quattro ruote per disabili) era parcheggiato davanti alla porta principale della fondazione», commenta Rojo. L’applicazione non risponde solo alle esigenze dei disabili, ma è utile anche per gli anziani o per le persone con passeggini.

Nel 2003, la Spagna ha approvato la legge sulle ‘Pari opportunità, non discriminazione e accessibilità universale’ per le persone con disabilità, che prevede che “edifici, aree, strumenti, attrezzature e tecnologia, beni e prodotti” siano tutti inclusivi. La legge prevede anche “la rimozione delle barriere architettoniche di accesso e l’adattamento delle attrezzature e degli strumenti”. Nel 2011, le principali agenzie spagnole per la disabilità hanno lavorato con la Federazione di Comuni e Province per produrre il più grande rapporto sulla mobilità, analizzando 70 paesi e città. Lo studio ha mostrato, ad esempio, che il 90 % dei comuni aveva scale pubbliche non conformi alla normativa, il 67,6 % dei semafori non aveva un dispositivo di avvertimento, e le griglie di protezione ai piedi degli alberi erano rotte o sconnesse per il 70 % del tempo.

«Un numero crescente di strumenti tecnologici mirano ad aiutare con la mobilità, ma un’applicazione non rende un luogo accessibile se le barriere fisiche sono ancora lì», commenta Jesus Hernandez, direttore dell’accessibilità universale e dell’innovazione presso la fondazione Once, aggiungendo che stanno lavorando per aggiornare i dati dello studio. «Stiamo assistendo a un cambiamento nelle città, ma è molto lento», dice. Once e il provider spagnolo di telefonia mobile Vodafone hanno co-sviluppato Tur4all, un’applicazione che elenca le risorse accessibili per i turisti. L’azienda catalana Mass Factory ha lanciato nel 2016 un altro strumento che guida le persone disabili attraverso la rete di trasporto pubblico, e Google maps ha integrato un’opzione per mostrare luoghi accessibili ai disabili. «Ogni piccolo contributo conta, ma un edificio senza ascensore è ancora una prigione per persone disabili – aggiunge Hernandez –. Il problema inizia nelle università dove ai laureati in architettura non viene insegnato a pensare a progetti adattabili». 

Rimuovere le barriere e adattare gli spazi non è solo una questione di inclusione per le persone con disabilità fisiche. David Lopez è coordinatore del progetto per Afanías, un’organizzazione che sostiene le persone con condizioni di salute mentale. «Tutti, disabili o meno, possono avere difficoltà a muoversi in città, e a tutti noi piace poter arrivare a destinazione in sicurezza senza perdersi», dice.

Afanías e la ricercatrice Berta Brusilovsky hanno sviluppato il progetto Easy Space, in cui disabili e architetti lavorano insieme per valutare l’adattabilità dei luoghi. «Ci sono elementi di base da cercare - un ingresso facilmente riconoscibile, un punto focale per aiutare le persone a orientarsi in un edificio, percorsi accessibili, un elenco all’ingresso, informazioni dove due corridoi si intersecano in modo che le persone non si perdano e possano trovare l’uscita», rileva Brusilovsky.

Ruiz cita una sfida che la maggior parte delle persone dà per scontata: «Ho bisogno di sapere cosa posso aspettarmi quando esco per strada, e che non ci saranno sorprese».