All'asta il telaio numero 198 della Ferrari F1-2000, quello che instradò il tedesco al suo terzo titolo, il primo per Maranello 21 anni dopo Scheckter
Domenica 16 luglio 2000. In Stiria, sull'A1-Ring di Zeltweg si disputa il Gran Premio d'Austria. È la decima uscita stagionale del Circus in un calendario che prevede un totale di diciassette appuntamenti. Per la cronaca, a vincerlo, quel Mondiale, fu Michael Schumacher, con nove vittorie e tre ulteriori podi, riportando il Cavallino rampante di Maranello sul gradino più alto del Mondiale piloti ventun anni dopo il trionfo di Jody Scheckter, nel 1979. Ma quella domenica di metà luglio per l'inarrivabile tedesco, al volante della sua Ferrari, non fu una delle più fortunate, visto che fu costretto ad alzare bandiera bianca già nel corso del primo giro, messo fuori gara da una sospensione rotta a seguito della collisione prima con la Bar-Honda di Riccardo Zonta e successivamente con la Jordan-Mugen Honda di Jarno Trulli.
Quella fu l'ultima volta del telaio numero 198 della Ferrari F1-2000, una storia durata lo spazio di quattro gare ma fruttata a Schumacher un successo nel Gran Premio del Brasile (al secondo appuntamento stagionale) e le pole-position in Spagna e Montecarlo. A oltre vent'anni di distanza quel concentrato di meccanica e tecnologia torna a far parlare di sé. Non su un circuito o, almeno, non su uno classico, fatto di asfalto, cordoli e quant'altro. Il circuito è infatti quello... delle case d'asta. E in particolare della Rm Sotheby's, che a inizio aprile a Hong Kong metterà all'asta proprio quella vettura, sorta di unicum per gli estimatori dei motori, con motore V10 aspirato da 3 litri di cilindrata e dotato di una potenza di 800 cavalli. Estimatoti non comuni, visto che verosimilmente per portarsela a casa si dovrà sborsare una cifra a sette zeri.
Nel novembre dell'anno scorso un modello F2003-GA (chassis 229, pure in questo caso guidata dall'asso tedesco, sette volte campione mondiale) era stata battuta all'asta a Ginevra per 13 milioni di franchi: cifra che il banditore di quell'asta aveva definito "da record per un'auto di Formula 1 dell'era moderna".