Pronome neutro sul palco per Emme figlia della superstar newyorchese, mentre il figlio del boss di Tesla Xavier cambia sesso e diventa Vivian Jenna
Jennifer Lopez sale sul palco a Los Angeles e presenta la figlia Emme col pronome "loro", né maschio né femmina. Altra aria in casa di Elon Musk: il boss di Tesla si è visto sbattere la porta in faccia da Xavier, uno dei suoi sette figli, che ha annunciato l’intenzione di tagliare i ponti con lui. L’identità di genere è alla ribalta negli Stati Uniti assieme a due modi agli antipodi di essere genitore. Emme e Xavier sono entrambi teen-ager: lei ha 14 anni, lui ne ha appena compiuti 18.
"L’ultima volta che abbiamo cantato assieme è stato in un grande stadio come questo. Da allora avevo chiesto loro di cantare con me e non avevano voluto", ha detto la Lopez alludendo all’ultimo duetto madre-figlia al Super Bowl 2020: "Loro ("they"; ndr) sono molto impegnati e costano cari. Ma valgono ogni centesimo, perché sono il mio duetto preferito di sempre", ha aggiunto la superstar, sempre parlando di Emme, che con il fratello gemello Max, è nata dall’unione con il cantante Marc Anthony.
Adesso Xavier si chiama Vivian Jenna Wilson, prendendo il cognome della madre Justine che ha divorziato da Elon nel 2008. Vivian Jenna si è rivolta al giudice per chiudere ogni rapporto con il padre. Il cambio di nome e di genere fa parte di questo processo: "Non voglio vivere più con il mio padre biologico, o essere in alcun modo collegato con lui". Dietro la richiesta c’è anche il rifiuto dell’evoluzione politica di Elon: in maggio ha fatto ‘outing’ come repubblicano dopo aver votato per Joe Biden alle ultime elezioni. Si è allineato cioè con un partito i cui parlamentari negli ultimi mesi si sono battuti per limitare i diritti dei trans in molti Stati. Non solo: se si votasse oggi per la Casa Bianca, il candidato di Musk sarebbe Ron De Santis, il governatore della Florida che ha proposto la controversa legge ‘Don’t Say Gay’, che impedisce di parlare di questioni legate all’identità di genere nelle scuole.
E se JLo ha fatto una scelta di campo per amore della figlia, anche Musk, su barricate opposte, ha preso posizione sulla questione dell’identità di genere partendo proprio dai pronomi: "Sostengo assolutamente i trans, ma tutti questi pronomi sono un incubo estetico", aveva proclamato nel 2020 in un messaggio Twitter, poi cancellato.
L’uso dei pronomi – e di pronomi inclusivi di genere – non è cosa da poco se il rispetto e le pari opportunità passano per il linguaggio: "They/them" in inglese è il più comune per indicare una persona dall’identità non binaria, ma altre varianti come "xe/xem" o "ze/zim" o "sie/hir" stanno diventando popolari. Ed è anche comune rifiutare il pronome e usare invece il proprio nome in tutte le circostanze.