Curiosità

Solar Orbiter, lunedì missione con telescopio svizzero

A bordo del razzo Atlas V ci sarà anche Stix, un telescopio a raggi X messo a punto sotto la direzione dell'Alta scuola del nord-ovest della Svizzera.

7 febbraio 2020
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Dopo oltre dieci anni di preparazione, la missione "Solar Orbiter" sarà lanciata lunedì da Cape Canaveral, in Florida. A bordo del razzo Atlas V, che decollerà alle 23.03 ora locale (le 5.03 svizzere), ci sarà anche Stix, un telescopio a raggi X messo a punto sotto la direzione dell'Alta scuola del nord-ovest della Svizzera. Si tratta di una missione dell'Agenzia spaziale europea, condotta in stretta collaborazione con la Nasa, la sua corrispettiva americana. La sonda impiegherà due anni ad avvicinarsi a 45 milioni di chilometri dal Sole – una distanza che corrisponde a circa un quarto di quella che lo separa dalla Terra – per studiarne le regioni polari.

Il progetto, della durata di sette anni, mira a chiarire le cause del vento solare, un flusso di particelle cariche (essenzialmente protoni ed elettroni) emesse dal Sole. Per farlo userà anche il telescopio Stix, realizzato da aziende e istituti svizzeri, in collaborazione con partner polacchi, francesi, cechi, tedeschi, austriaci, irlandesi e italiani. Fra i contribuenti elvetici figurano l'Università di Berna, l'Istituto Paul Scherrer e una quindicina di aziende. L'apparecchio produrrà non solo immagini, ma registrerà anche spettri di raggi X emessi dal Sole. Questi dati contengono informazioni sui processi fisici che si manifestano durante le eruzioni solari, quando enormi quantità di materia e particelle sono proiettate in modo esplosivo nello spazio.

Il vento solare diventa allora una tempesta solare che, oltre alle aurore boreali, può provocare perturbazioni ai satelliti per le comunicazioni, alla rete GPS, agli aerei o alle reti elettriche. Questi processi saranno al centro delle ricerche, ha spiegato il professore Sam Krucker, della FHNW, responsabile del progetto. Le cause delle eruzioni solari sono da ricondurre ai misteri legati al riscaldamento della corona solare, questione alla quale i fisici non sono ancora riusciti a dare una risposta. La vera sfida per la sonda sarà resistere alle temperature estreme: sulla faccia esposta al Sole oltre 500 gradi, su quella all'ombra fino a -100. Per questo è stato previsto uno scudo di titanio.