Auto e moto

La trazione integrale Porsche: adatta per ogni uso

Dal circuito ai fondi innevati, la giusta motricità e il divertimento sono assicurati!

Il divertimento di una ‘posteriore’, la motricità di una ‘integrale’: in occasione di un evento organizzato da Porsche Experience la trazione integrale Porsche ha dimostrato nuovamente le sue virtù
9 aprile 2022
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Non è necessario scomodare per forza le vetture da corsa che Ferdinand Porsche progettò per altri costruttori prima di realizzare automobili col proprio marchio, oppure rievocare vetture da corsa leggendarie come la 953 che vinse la Parigi-Dakar nel 1984 o modelli leggendari come la futuristica e iconica 959. Sebbene tutte siano accomunate dalla trazione integrale, basta prendere una calcolatrice per constatare che è dal 1988 – ovvero oltre 30 anni – che il costruttore di Zuffenhausen produce in serie vetture sportive a trazione integrale. Allora il ruolo della pioniera spettò alla 911 Carrera 4: quel semplice numero, indicatore delle ruote a cui veniva trasmessa la potenza, aprì le porte per una nuova era e rese altrettanto importante, dal punto di vista storico, la generazione 964 della 911.

In questi 34 anni la trazione integrale firmata Porsche si è rivoluzionata ed evoluta a più riprese, in particolare per assecondare le esigenze dei modelli inediti che nel corso degli anni hanno affiancato le Porsche più classiche. Si pensi per esempio alla Cayenne che, in occasione del suo debutto nel 2002, introdusse un sistema di trazione integrale completamente nuovo denominato Porsche Traction Management (Ptm), il quale – nei suoi principi e fondamenti tecnici – è arrivato sino ai giorni nostri.

Se oggi appare scontato che la ripartizione della coppia motrice ai singoli assali avvenga tenendo conto di parametri quali la velocità, l’accelerazione trasversale, l’angolo di sterzo o la pressione sull’acceleratore, sicuramente non lo era vent’anni fa. E sicuramente non è scontata la sofisticata evoluzione grazie alla quale è in grado di assicurare prestazioni sportive di prim’ordine tra i cordoli di un circuito, sicurezza, facilità e coinvolgimento di guida su fondi sdrucciolevoli o neve, come pure – nel caso dei Suv Macan e Cayenne – insospettabili abilità nel fuoristrada. Il tutto, non dimentichiamolo, con uno schema tecnico può essere adattato con grande flessibilità tra i diversi modelli (911, Panamera, Macan e Cayenne) come pure declinato in base alle loro differenti versioni.

La particolarità del Ptm consiste nel fatto che la potenza del motore viene trasmessa direttamente – tramite il cambio – alle ruote posteriori, come si trattasse di una "classica" trazione posteriore. Potenza che, in caso di necessità, dal cambio può essere trasmessa – tramite una frizione multidisco – alle ruote anteriori in modo completamente variabile. Nel concreto, il valore aggiunto del Ptm risiede – oltre che nel suo principio di funzionamento – nell’algoritmo che gestisce la ripartizione della potenza tenendo conto di una miriade di parametri e interagendo con altri componenti della vettura, rispettivamente nella velocità di reazione dell’intero sistema.

Lo abbiamo constatato noi stessi, in realtà per l’ennesima volta, in occasione di uno degli appuntamenti "targati" Porsche Experience, divisione del costruttore di Zuffenhausen che organizza eventi di guida a cui può partecipare chiunque (non occorre quindi essere possessori di una Porsche), proponendo sia giornate nei circuiti più famosi del mondo, esperienze di viaggio ai quattro angoli del globo come pure corsi di guida invernali nella gelida Lapponia. Accontentandoci di una location meno esotica ma comunque grati per poter avere un po’ di neve sotto ai nostri pneumatici (cosa non scontata ai giorni nostri), il Ptm ha nuovamente dimostrato le sue qualità in termini di facilità di controllo, efficacia della motricità e – a controlli elettronici completamente disattivati – coinvolgimento alla guida.

Che si tratti della "mastodontica" Panamera, dell’equilibratissima Macan o della sempre emozionante 911, ognuna di queste Porsche è in grado di rassicurare chi non si sentirebbe sufficientemente sicuro nel guidare una 911 a due ruote motrici sulla neve, come pure a far sorridere i più smaliziati che si prodigano in sovrasterzi controllati a ogni curva. Una trazione integrale che in effetti nulla toglie al divertimento di una trazione posteriore, ma che incrementa notevolmente le velocità di percorrenza con fondi sdrucciolevoli oltre ad assicurare una versatilità di utilizzo su tutti i fondi nell’arco delle 12 stagioni. Senza dimenticare che, quando il terreno si fa duro, anche uno tra i Suv più sportivi al mondo come la Cayenne Coupé Turbo GT riesce a giocarsi le sue carte tra fango e ghiaia.