Convivenza difficile in alta valle di Blenio, tra lepri falciate e controlli di polizia ‘annunciati’. Il problema non sono le motoslitte ma chi le guida
Sale la tensione in alta valle di Blenio, dove si fa sempre più difficile la convivenza sulle nevi tra indigeni (quelli che si tramandano la baita da generazione in generazione e amano il loro territorio), ciaspolari della domenica e certe motoslitte, quelle che vedi saettare ‘fuori pista’, a tutto gas, a caccia di emozioni forti, incuranti delle leggi, della vegetazione e delle lepri che rischiano di falciare al loro passaggio.
A far montare ancor di più la panna, i recenti controlli di polizia. Benvengano per carità, ma per essere efficaci dovrebbero essere a sorpresa, in realtà molti in alta valle pare sapessero in anticipo dell’arrivo degli agenti. Peccato, chi andava multato si è tenuto alla larga.
Salgo spesso da Piera verso la capanna di Dötra a piedi, lungo la strada comunale, tornante dopo tornante, tra una ciaspolata e l’altra, sento i commenti stizziti di coloro che hanno le baite e non ne possono più della maleducazione di chi, inforcando motoslitte da 20mila franchi, si inoltra fuori dalle strade innevate. “Fanno uno scempio”, è il commento più gentile che ho sentito. C’è chi riporta di macabre scoperte sui sentieri, lepri ritrovate, tranciate a metà, in zone dove dovrebbero passare solo i ciaspolari.
Nei giorni scorsi stavo camminando sopra Anveuda e ho sentito il rombare di almeno tre motoslitte, erano ‘illegalmente’ fuori pista, sentivi chiaramente le gasate per superare i pendii innevati, un sibilo insistente e tenace rotolava fino a valle, rompendo il piacevole silenzio della foresta. Una nota stonata. Ebbene sì, quando ti immergi nella natura per fare una passeggiata, il rombeggiare delle motoslitte è fastidioso, come pure l’odore acre di benzina che ti impregna il naso al loro passaggio, quando invece di rallentare, pigiano sul gas.
Mi chiedo perché certe motoslitte da neve fresca per acrobazie, quelle usate da chi va fuori pista, possono essere vendute in Svizzera. Quando ce l’hai in garage, la vuoi usare, e non solo per andare in cascina, come prevede la legge. Non ci sono nemmeno in Ticino circuiti per chi ama questo passatempo, senza rompere i timpani a tutti e investire animali.
Le motoslitte hanno tutto il diritto di circolare sulle strade innevate, se è per raggiungere una cascina e se si dispone di patente, targhe, assicurazione e autorizzazione rilasciata dal comune. Spesso è l’unico mezzo per raggiungere la baita, per rifornire una capanna o un grotto, per trasportare merce o anche turisti. Sì, perché in alta valle di Blenio, ci sono anche taxi motoslitte con carrozzine a rimorchio e autorizzazioni specifiche, che trasportano in quota chi a piedi non ci arriverebbe mai. Così l’alta montagna, anche in tempo di pandemia, diventa più accessibile e democratica. Chi conduce queste motoslitte rallenta o si ferma, quando incrocia ciaspolari o famiglie in slittino sapendo di essere la presenza più ‘pericolosa’ sulla strada. Non sai che cosa può sbucare a tutta velocità dalla prossima curva. Le motoslitte, e c’è un progetto ancora embrionale in valle, possono essere mezzi utili per i soccorsi, perché arrivano dove altri mezzi faticano. Ho visto più volte persone, sulla strada verso la capanna di Dötra, soccorse da taxi motoslitte, perché non ce la facevano più (né a salire, né a scendere) o perché, colti da un malore.
Taxi motoslitta in val di Blenio
Questo è il lato B della motoslitte. A fare la differenza, è chi le guida. Rispetto o maleducazione. Rispetto dell' ambiente, delle persone, degli animali, delle norme. Oppure la maleducazione di chi persegue solo il proprio divertimento, scambiando strade innevate per piste di Monza pur sapendo che si possono incrociare bambini in slitta, sciatori e ciaspolari. Certi incroci sulle strette stradine di montagna sono davvero da brivido.