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Trump, la Nato e le fauci di Putin

L’ex presidente incoraggia Mosca ad attaccare i Paesi europei non in regola con i pagamenti del Patto atlantico. Fa paura, eppure nulla pare fermarlo

In sintesi:
  • La debolezza di Biden sta aiutando il tycoon nella corsa alla Casa Bianca
  • Chi pensa che bluffi dovrebbe avere meno certezze. Anche se lui resta ambiguo
  • E ora la Svizzera che farà? Chiederà più fondi per la Difesa? E l’Ue?
Putin e Trump in versione nucleare durante una protesta a Berlino
(Keystone)
13 febbraio 2024
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Dobbiamo rassegnarci al ritorno di Donald Trump, per di più in questa seconda versione, a tasso ancor più alto di dissennatezza e aggressività vendicativa? Domanda ineludibile. La impone la tenacia dei sondaggi, che continuano a darlo favorito. Ma la giustificano anche le condizioni psicofisiche di Joe Biden, che il 70% degli americani (sondaggio del giornale amico ‘New York Times’) considera inadatte alla guida della nazione, nonché prima potenza economico-militare del pianeta.

Sentimento di sfiducia diffuso, dentro e fuori il Paese, quando un magistrato di dichiarata fede repubblicana, designato da un ministro della giustizia democratico, ancora non aveva assolto l’attuale inquilino della Casa Bianca dall’accusa di aver sottratto – da vicepresidente di Obama – documenti riservati e top secret; ma che perfidamente aveva aggiunto alla sentenza la stilettata di aver interrogato “un anziano ormai smemorato, incapace di ricordare persino la data della morte dell’adorato figlio Beau”. Reazioni stizzite del bersaglio, ma guasto d’immagine apparentemente irreparabile.


Keystone
Putin e Trump al G20 di Amburgo nel 2017

Così Donald Trump si scatena e rimette nel mirino la Nato. Con un ulteriore minaccioso upgrade: in caso di vittoria il prossimo novembre, l’ex presidente non esiterebbe a “incoraggiare la Russia a fare quel che diavolo vuole contro gli europei che non sono in regola con il finanziamento militare dell’Alleanza Atlantica” (+2% dei budget nazionali). In chiaro: Putin può scatenare la guerra contro gli alleati insolventi dell’Alleanza, l’America non rispetterebbe il decantato ‘articolo 5’ del Patto, e non muoverebbe un dito, tantomeno l’atomica. Nessun compromesso, né mezze misure: non un preventivo ultimatum al reprobo, non la provvisoria sospensione dal club, nemmeno la sua definitiva espulsione, ma colpevoli spinti direttamente nelle ‘fauci’ dell’orso russo.

Ricatto? Bau-bau? Bluff? Propaganda isolazionista, arma letale dell’America profonda? “Attenti, perché Trump fa quello che dice”, ripetono in molti. Pochi ricordano però che durante la sua prima presidenza il Pentagono elaborò una ‘dottrina di difesa’ trumpiana che vedeva ancora la Russia come minaccia principale dell’America.


Keystone
Accoglienza con benedizione per Trump e Biden a Helsinki nel 2018

Non basterebbe comunque a placare le odierne ansie europee, figuriamoci poi quelle dell’Ucraina aggredita. Né basta la constatazione che in ogni caso “l’Europa scroccona” ha pagato profumatamente l’“ombrello” protettivo americano con una pesante sudditanza politica. Ora possiamo aspettarci: che in Svizzera la signora Viola Amherd chieda qualche miliardo in più per la difesa della patria, che nell’Ue si riapra l’eterno dibattito sull’esercito comune impallinato da de Gaulle e che Joe Biden venga sottoposto a vigorose dosi di farmaci per la memoria. Nella speranza che nei prossimi mesi l’ulteriore indebolimento dell’inflazione e i benefici dei colossali investimenti pubblici nelle infrastrutture si sovrappongano all’odierna immagine di ‘anatra zoppa’.