Le elezioni in Russia si avvicinano e il presidente è il solo sicuro di correre. Gli altri saranno comprimari, mentre lo zar sfiderà soprattutto sé stesso
Più scontate di così non potrebbero essere. Le presidenziali russe, la cui campagna elettorale sta incominciando in queste ore, hanno un netto favorito: Vladimir Putin.
Al momento non è chiaro quali saranno gli altri candidati a cui verrà permesso di partecipare alla tornata elettorale del 17 marzo prossimo. I comunisti dovrebbero presentare un proprio rappresentante che potrebbe non essere l’80enne segretario del Pc, Gennadij Zjuganov, ma qualcuno un po’ più giovane che, in prospettiva futura, abbia la possibilità, adesso, di farsi conoscere a livello federale.
Nel solito gioco delle parti, stando agli ultimi giornalisti indipendenti rimasti, il semisconosciuto imprenditore, Aleksej Nechaev, dovrebbe impersonificare l’“alternativa liberale” come espressione del partito “Nuove persone”, che, alle legislative del 2021, ha ottenuto 15 seggi alla Duma, la Camera bassa del Parlamento. Giusto per salvare la forma.
Non è da escludere nemmeno che all’ultimo momento una qualche candidata donna salti fuori per tentare di elevare l’attenzione su una competizione che rischia di stabilire un “anti-record” di partecipazione popolare alle urne.
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Il re è nudo, e anche indigesto, ma non per tutti, non in Russia
A un certo punto, nei mesi scorsi, erano iniziate a fioccare le domande al portavoce del Cremlino se le presidenziali si sarebbero tenute oppure no. Certe sue ripetute dichiarazioni sulla forza del sostegno dei russi a Vladimir Putin avevano fatto balenare il sospetto che il potere avesse intenzione di non indire la consultazione.
In Ucraina, del resto, le presidenziali e le parlamentari per il 2024 sono state congelate. In Russia, no. Il Cremlino intende così mostrare al Paese che va tutto bene, “vse normalno” e che la stabilità è garantita.
La “macchina” del potere si è già messa in moto e il 14 dicembre Putin terrà la cosiddetta “intervista” col Paese dopo tempo immemore. Dal primo dicembre – raccontano i mass media filo-Cremlino – si stanno raccogliendo le domande della gente al presidente.
Alla tv, invece, il tam-tam mediatico-patriottico è sempre lo stesso dal 24 febbraio 2022 e, come è dal 2011, non vi è spazio per i politici, potenziali dissenzienti dalla linea ufficiale. Insomma il solito scenario, in cui non è possibile discutere e oggi, dopo l’aggravamento della tragedia ucraina, tanti argomenti sono tabù se non si vuole incorrere in disavventure penali.
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Bambini in un seggio elettorale alle ultime elezioni
Tenere una campagna elettorale in una situazione del genere non è facile. Certo è che comunque la gente vorrà sapere lo stesso qualcosa di più dopo la “mobilitazione parziale” del settembre 2022, quella odierna strisciante e l’ammutinamento della compagnia Wagner. Qualche dichiarazione chiarificatrice andrà fatta. Come andrà spiegato perché l’inflazione soprattutto sugli alimentari non pare fermarsi e i tassi bancari sono decollati. Non solo. La Russia putiniana pare destinata a seguire la strada dell’Urss brezneviana nella corsa dissanguante agli armamenti. E se il prezzo del petrolio sui mercati internazionali dovesse crollare, allora sì che sarebbero guai a non finire. Ecco perché nel suo più unico che raro viaggio all’estero Putin è andato a trovare il re dell’Arabia Saudita. È proprio a Ryad si trovano le chiavi dei forzieri russi.
In ultimo, osservare consultazioni così svuotate del loro significato consegna ulteriori giudizi ai posteri.