Ufficializzata a Locarno la scelta del sindaco di non ricandidarsi: è il terzo abbandono dopo quelli di Giuseppe Cotti e Davide Giovannacci
Anche nella più conservativa delle ipotesi sarà una rivoluzione. A Locarno l’uscita di scena del sindaco Alain Scherrer è soltanto la notizia più eclatante, ancorché non inaspettata, di una serie di tre. In prima istanza si era chiamato fuori il suo compagno di partito Davide Giovannacci, che negli equilibri del ‘pre Nicola Pini’ sembrava oltretutto destinato a capeggiare l’esecutivo nel ‘post Scherrer’. Poi, più sofferta e tribolata, era arrivata la rinuncia di Giuseppe Cotti, vicesindaco ‘pipidino’ in carica e altro uomo di esperienza e di profonda conoscenza del territorio e delle dinamiche di Palazzo Marcacci. Infine ieri, dopo mesi di titubanze, il punto interrogativo che lampeggiava sopra la testa del sindaco si è improvvisamente raddrizzato.
Allo stato attuale la compagine municipale cambierà dunque sicuramente per i suoi tre settimi, ma dietro questa garanzia potrebbero tranquillamente covare altri mutamenti significativi: innanzitutto nella ridistribuzione numerica delle poltrone, poi nell’effetto concreto prodotto dai nuovi profili che le occuperanno. Il primo riguarda il Plr, la cui conferma dei tre seggi è tutto fuorché automatica, soprattutto in funzione della forza propulsiva che presenta il Centro, anche senza un Cotti a dargli continuità. Quantomeno, al partitone rimane una certezza e mezza: Pini, entrato tre anni fa a Palazzo come seconda forza in termini di consenso, verrà sicuramente rieletto e probabilmente aprirà il suo ciclo come ottavo sindaco filato del Plr dopo Vittore Pedrotta (1916-1920), Giovan Battista Rusca, Carlo Speziali, Diego Scacchi, Marco Balerna, Carla Speziali e Alain Scherrer (in carica dal luglio del 2015). Il secondo possibile cambiamento è, appunto, nella ritrovata ‘verve’ del Centro, che dopo una tornata elettorale contraddistinta da scivoloni, purghe e incertezze si presenterà ad aprile con una lista solida dalla quale, al netto dei lavori ancora in corso nella ‘commissione cerca’, già fanno capolino due vecchi volponi della politica locale come l’ex municipale Marco Pellegrini – che è già uscito allo scoperto, ma ancora deve ufficializzare la sua disponibilità – e l’ex sindaco di Lavertezzo, vicesindaco di Muralto e primo cittadino ticinese Claudio Franscella. Di che puntare decisamente alla riconquista del secondo seggio.
L’ultima variabile possibile è composita e si presenta come quel gioco al Luna Park dove le palline che cadono rimbalzando fra gli ostacoli possono infilarsi ovunque, nei 100 come negli zero punti. Un elemento sta, ancora, nella nuova spinta del Centro, che raddoppiando potrebbe annullare l’exploit dei Verdi di entrare in Municipio nel ’21 con l’indipendente Pierluigi Zanchi. Ecologista della prima ora, lavoratore indefesso e soprattutto inguaribile idealista, Zanchi potrebbe pagare alle urne il suo correre praticamente da solo, ma anche il prezzo di quella politica muscolosa che durante la legislatura, in primis con l’affaire Polcomunale, gli aveva per così dire tolto dalle mani il lecca-lecca.
Data per scontata la conferma della giovane socialista Nancy Lunghi, due ulteriori elementi di incertezza sono le eventuali congiunzioni a destra e a sinistra (con la variabile Cereghetti), nonché, in questo scenario, la tenuta elettorale della Lega, cui dopo lo shock della mancata rielezione in Gran Consiglio si aggrappa Bruno Buzzini. Il quale, se rieletto, sarebbe l’ultimo superstite del Municipio entrato in carica appena sette anni fa.