Il quasi ottantenne miliardario Porsche ‘rinnega’ la con-sorte, affetta da demenza, e chiede il divorzio
Un tempo si usava dire ‘nella salute e nella malattia’. E soprattutto ‘nella gioia e nel dolore’. Quanti matrimoni si sono retti su questa massima, certo cristiana, ma diremmo soprattutto umana. Quella che fa riferimento alla condivisione di un cammino comune, dove ricchezza, o povertà, venivano rispettivamente assaporate e supportate insieme, in coppia.
Oggi quella dichiarazione pare svuotata di senso e di realtà. Neppure l'amore più grande (ma sarà allora proprio sentimento vero?) sembra reggere ai diktat di una società rivolta sempre più al bello (fuori), alla prestanza fisica, alla gioventù tout court e alla facile velocità degli affetti, via uno, avanti un altro.
Uomini e donne, più o meno attempati, alla rincorsa, impari, degli anni che comunque scorrono, in preda a una crisi di nervi al primo capello bianco, all'apparire di qualche ruga sul viso, al manifestarsi di qualche naturale acciacco andando in là con gli ‘anta’. Si vorrebbe fermare il tempo, indossando i panni di un moderno Crono del terzo millennio. Senza la consapevolezza che l'orologio, come la morte, è fortunatamente per tutti una democratica livella, nessuno escluso.
Per questo pare, purtroppo, che in questo mondo individualista e preoccupato soprattutto del sé, le fragilità siano aborrite: la chioma debba essere folta, i muscoli e gli addominali sodi, la pelle liscia come il culetto di un bebè. Anche quando il giro di boa è avvenuto da almeno un paio di decenni e di ‘sodo’ resta ormai poco... Desideri in linea con l'età media che avanza nel mondo e dove un trentenne è chiamato ancora il giovane? Forse. Se non fosse che a un sano amor proprio, e della rispettiva circonferenza vita, si è insinuata la voglia, insulsa, di frequentare esclusivamente coloro capaci di tener testa, e corpo, allo specchio della salute e della primavera della vita.
Senza vergogna. Come del resto dimostrato da Wolfgang Porsche, il quasi ottantenne erede della miliardaria dinastia automobilistica tedesca, che senza tanti giri di parole ha annunciato il divorzio dalla moglie, sposata nel 2019 dopo una frequentazione quindicinale. Il motivo? Corna? Questioni patrimoniali? Niente di tutto questo, solo la volontà di separarsi da una con-sorte (appunto) ammalatasi di demenza. L'infermità, a detta dell'ormai ex, avrebbe contribuito a cambiare totalmente la personalità della donna, 74enne, al punto da avere conseguenze sulla vita della benestante coppia.
Ci chiediamo quali, se non l'impegno di affiancarla moralmente, e amorevolmente, nella gestione della sua quotidianità, peraltro, sicuramente, sostenuto dall'indiscusso aiuto di uno stuolo di inservienti e infermieri. Invecchi, non capisci più nulla? Io però voglio fare la ‘mia’ vita, soprattutto senza circondarmi del tuo inconscio dolore. Opto così per la gioia, direbbe il non proprio ‘herr’ Porsche, e se non posso continuare a condividerla con te, l'apprezzerò con una più giovane compagna. Certo, trenta miliardi di dollari su un conto bancario (e magari anche più di uno) bastano ampiamente per comprare un amore, ma non certo la dirittura, l'integrità e la lealtà di un marito (o di una moglie, questo è chiaro) verso il proprio indebolito, infermo e sofferente partner. Virtù ormai di pochi, capaci – responsabilmente e serenamente – di continuare a viaggiare su una Twingo anziché su una Ferrari (Shakira insegna).