Dal comparto dello storico Grand Hôtel all’ex Globus, promotori privati in azione. Ma anche il settore pubblico non dorme
Un anno complicato il 2022 per il Locarnese, con la città-polo che ha concentrato in sé il meglio e il peggio del periodo post-Covid. Non si può sorvolare sul "pasticciaccio" in Polizia, con un malumore rimbalzato sulle pagine di cronaca e i panni sporchi detersi al lavatoio pubblico. Un nodo che il Municipio ha tentato di sciogliere con un cambiamento alla testa del dicastero, passato da Pierluigi Zanchi (Verdi e ind.) a Davide Giovannacci (Plr), e con la partenza del comandante Dimitri Bossalini. La strategia, occorre ammetterlo, ha riportato una certa qual tranquillità, in attesa dell’esito dell’inchiesta amministrativa.
Dalla cronaca cittadina degli ultimi dodici mesi estrapoliamo pure episodi di violenza giovanile, come quel pestaggio nella Rotonda di Piazza Castello filmato con un telefonino e poi postato sui social. Nuove tendenze che preoccupano e che hanno spinto a riflessioni sul tema e alla ricerca di soluzioni immediate (maggiori controlli nelle aree più calde) e a lungo termine (prevenzione tramite un progetto di lavoro di prossimità condiviso a livello regionale).
Il 2022 ha pure portato nuovi grandi progetti per l’agglomerato urbano. Dal restauro del Grand Hôtel a Muralto, il cui iter avanza in modo positivo, all’acquisizione da parte dello stesso promotore immobiliare (Stefano Artioli) dell’ex Globus, con edifici annessi, e una proposta di ristrutturazione milionaria, con locali pubblici, spazi commerciali, contenuti alberghieri e alloggi. In questo elenco vanno inserite pure le prospettate edificazioni, sempre promosse da un privato (Angelo Renzetti) per il filare di stabili in faccia alla stazione di Muralto, dall’autosilo alle rive della Ramogna.
Di questi progetti va ritenuto un elemento essenziale: il Locarnese è ancora capace, e forse oggi più di ieri, di attirare investitori. Promotori che saranno in grado di cambiare, e speriamo di migliorare, la faccia della città. In questo senso anche l’ente pubblico cittadino si muove, con la chiusura di Largo Zorzi al traffico motorizzato e con un progetto denominato "Nouvelle belle époque", voluto per risistemare gli spazi del centro, su una superficie di oltre 43mila metri quadrati.
Le sfide per il 2023 e gli anni a seguire restano molte: l’avanzamento di questi e altri progetti, privati e pubblici (come non citare il Museo cantonale del territorio al comparto Santa Caterina) e la promozione economica, con la creazione di nuovi posti di lavoro, non solo nel settore turistico-commerciale. Sull’area industriale della città a Riazzino (ma anche sulle aree industriali di altre località locarnesi) e sul polo della meccatronica (zona ex macello nel Quartiere Nuovo) l’attenzione va tenuta alta.
Infine, un accenno ai problemi viari e di mobilità – tormentoni pluridecennali –, con il collegamento verso l’autostrada. La galleria non è per domani e l’Ustra è chiamata a una missione (all’apparenza) impossibile: adottare misure che permettano di rendere più scorrevole il traffico. Sullo sfondo il completamento del doppio binario sulla linea Ffs Locarno-Bellinzona (progetto recentemente sbloccato) e la galleria Moscia-Acapulco, per mettere in sicurezza la litoranea tra Ascona e Brissago.