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Nell’universo cripto di Lugano, tra propositi e realtà

Le finanze paiono migliorare mentre una società di Zurigo annuncia l’arrivo di nuovi milionari, dopo che il nome della città ha fatto il giro del mondo

In sintesi:
  • Prematuro trare conclusioni, ma le premesse per l'affermazione della tecnologia promessa dal Piano B sembrano buone
  • A livello finanziario la Città si sta difendendo bene e considera il mondo cripto un asso nella manica.
Un’immagine notturna della città di Lugano
(Ti-Press/Archivio)
10 ottobre 2022
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Le finanze cittadine, dopo aver superato quasi indenni l’effetto Covid, sembrano in grado di affrontare anche l’impennata dei costi dell’energia senza eccessivi contraccolpi. Il preventivo 2023 indica un deficit tutto sommato contenuto a poco più di cinque milioni di franchi. La scommessa legata al Piano B e alla città delle criptovalute si prospetta promettente, malgrado dubbi e perplessità. Nelle ultime settimane è giunto l’inatteso spot del miliardario norvegese che ha dichiarato di volersi trasferire a Lugano, ma che in seguito ha preso domicilio in un Comune confinante. È arrivata poi la ‘pubblicità’ dello studio zurighese che ha annunciato la crescita dell’8%, nei primi sei mesi del 2022, dei milionari in riva al Ceresio. Mai come quest’anno il nome di Lugano ha fatto il giro del mondo. Tuttavia per valutare l’impatto di tale marketing bisognerà attendere. Intanto la tanto temuta fuga di globalisti verso i cantoni più attrattivi fiscalmente non c’è stata.

Allo stesso modo è presto per affermare se e quando la tecnologia promossa dal Piano B prenderà piede e diventerà effettivamente un settore economico trainante, capace di creare nuovi posti di lavoro e impatti positivi nel tessuto e nell’erario cittadino. Per ora le premesse paiono buone, malgrado le critiche mosse da eminenti esperti ed economisti. Tra queste citiamo il consumo eccessivo di energia per il ‘mining’ (creazione e gestione di monete virtuali, per le quali occorrono computer potenti) e le possibili infiltrazioni della malavita. Dal canto suo il sindaco Michele Foletti manifesta ottimismo ma non si sbilancia oltre. Si limita a parlare di opportunità da cogliere, rivolgendosi in particolare ai giovani. L’estrema volatilità delle criptovalute (non le Stablecoin, le valute digitali ancorate a un’attività di riserva stabile come quella del dollaro), con il recente drastico crollo di valore della principale Bitcoin, invita alla prudenza. Nel frattempo la Città ha messo in moto, coinvolgendo l’Univesità, la Supsi e il Franklin College, un incoraggiante processo di sviluppo di conoscenze sulla nuova tecnologia e si è posta l’obiettivo di dare una dimora concreta a un mondo soprattutto virtuale.

Insomma, a livello finanziario la Città si sta difendendo bene e considera il mondo cripto un asso nella manica. Vedremo. La diversificazione delle attività economiche ha contribuito a contenere gli effetti negativi della pandemia. Dall’inizio dell’anno, però, il quadro è mutato profondamente. Il perdurare della guerra ha portato con sé l’impennata dei costi dell’energia e la ripresa della spirale inflazionistica che a sua volta ha generato il rialzo dei tassi d’interesse. Non è una buona notizia per la Città, che sconta un’esposizione debitoria tra gli 850 e i 900 milioni di franchi nei confronti di istituti bancari. Per ora l’incremento di spesa dovuto ai maggiori costi energetici derivanti dal mercato rimane stimato dall’autorità a una manciata di milioni. Nonostante le previsioni e i dati continuino a indicare una crescita (seppur al ribasso), le prospettive economiche non sono buone. Bisognerà vedere quanto e come il conflitto in Ucraina e la crisi energetica possano ripercuotersi nei prossimi mesi sulle finanze cittadine. Nel 2025, però, la seconda fase della riforma fiscale delle società porterà all’introduzione del moltiplicatore differenziato (tra persone fisiche e persone giuridiche) e l’aliquota di tassazione degli utili delle persone giuridiche dall’attuale 8% al 5,5%.

Intanto, cifre alla mano, il quadro finanziario tiene e, anzi, mostra segni di miglioramento, come il gettito comunale di persone fisiche e società, con il moltiplicatore d’imposta al 77%, indicato in leggera crescita a 254 milioni di franchi (+3 milioni). Il preventivo 2023 recentemente presentato illustra altri indicatori positivi. Tanto che la Città considera di concedere al personale il carovita fino a un massimo del 3%. Non paiono esserci ostacoli insormontabili nel cammino, avviato nel 2014 dal Municipio, verso il risanamento delle finanze e la stabilità ai conti di Lugano.

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