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La ‘strigliata’ di Vitta e una politica che deve guardare al futuro

Rilancio del Cantone e riequilibrio delle finanze, finora il menu uscito dai partiti è vario ma confuso. Serviranno sintesi e convergenze: ‘Non si scappa’

Ti-Press
22 settembre 2021
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È un cambio di rotta comunicativo da non sottovalutare quello operato dal direttore del Dipartimento finanze ed economia Christian Vitta durante il dibattito parlamentare sul Consuntivo 2020. Il dire una volta per tutte davanti al plenum del Gran Consiglio che per il riequilibrio delle finanze “servirà un intervento attivo della politica, non si scappa” è un suonare, si spera per l’ultima volta, la sveglia che pure la capogruppo liberale radicale Alessandra Gianella ha auspicato per tutte le forze politiche. Ed è come se Vitta avesse rimesso per un istante i panni del capogruppo che è stato per otto anni quando ha detto una cosa di per sé banale, ma che visti i tempi che corrono rischia di essere stata dimenticata da alcuni: “Far politica significa avere capacità di sintesi e di convergenza”.

Il bersaglio è chiaro: i partiti - finora Plr, Ppd e Ps - stanno ognuno proponendo la propria ricetta per il rilancio economico. Dai liberali radicali e i loro sgravi ai ricchi per sostenere i meno abbienti alle deduzioni sociali per gli affitti proposte dai popolari democratici passando a un piano in 24 misure che i socialisti hanno messo a punto per rilanciare socialità, ambiente e sostenibilità. Il menù è ricco, ma confuso. È da salutare senz’altro con soddisfazione il ritorno della politica dopo che per motivi pandemici è stata messa - troppo - nell’angolo dai governi federale e cantonale. Ancor più, è positivo che le forze politiche abbiano il coraggio di proporre anche qualcosa di scomodo, che crei dibattito, che allarghi gli orizzonti. Ma questa è la prima fase, quella della proposta. Che è sì politica, ma come lo è quella della sintesi e della convergenza. Perché, con un Plr che guarda a destra sul tema fiscale, ci sono un Ppd e un Ps che quando si parla di socialità hanno giocoforza un canale che sarebbe produttivo per entrambi tenere aperto. E la sintesi? E la convergenza? Arriveranno, forse. In questo forse c’è la preoccupazione di Vitta e la ‘strigliata’ data al Gran Consiglio sostenuta anche dal presidente del Consiglio di Stato Manuele Bertoli.

Le risorse sono quelle che sono: poche. Il Piano finanziario parla da solo. In quest’ottica è però stato importante sentire Vitta ricordare come non si sia in una crisi congiunturale ma, anzi, in una fase di ripresa a livello europeo e mondiale dopo lo stop dovuto al Covid e alle misure prese per contrastarlo. Occorre tenere a mente, a ogni modo, che una ripresa fine a se stessa non avrà alcuna utilità: è auspicabile evitare che a tanti segni meno seguano tanti segni più facendo finire di mezzo chi ha sofferto maggiormente a livello economico questi quasi due anni di pandemia. La ripartenza, cavalcando un rilancio che già c’è, deve essere sfruttata per le numerose sfide che ci si pongono dinanzi e dare un senso compiuto, a lungo termine, a tutti gli sforzi che si stanno facendo. Dandosi, una volta per tutte, una scadenza per affrontare alcune priorità. In caso contrario il risultato di tante discussioni sarebbe un mero esercizio contabile e di oratoria, quando la politica dovrebbe ambire a qualcosa in più. Come pensare non solo al domani, ma anche al dopodomani. E alla zavorra che sarebbe buona cosa non lasciare a chi potrebbe avere sempre meno possibilità di smaltirla.