Per primi i due poli, Chiasso e Mendrisio, dovranno fare i conti con gli effetti economici del Covid. Non è più tempo di grandi progetti
Il 2020 è stato un anno strano, anzi straniante. Lo è stato anche per il Mendrisiotto, che non ha fatto eccezione. Questa appendice forzata della legislatura, poi, ha spiazzato non poco le istituzioni locali del Distretto. Del resto, nessuno (inclusi i politici comunali) avrebbe mai potuto immaginare di ritrovarsi faccia a faccia con una malattia pandemica. Il Covid-19 ha segnato tutto e tutti, compresa la quotidianità delle amministrazioni. Ha buttato all’aria le elezioni comunali dell’aprile scorso, obbligando a rinviare l’appuntamento con le urne di un anno, al 18 aprile prossimo. Ma soprattutto ha costretto a fare i conti con le priorità delle comunità locali. Lo si è intuito quasi subito, già dalla primavera - quando ci si è ritrovati confinati a casa per sfuggire ai contagi della prima ondata -, che i bilanci comunali non sarebbero tornati e che il tessuto sociale ne avrebbe sofferto, e parecchio. La prova del nove l’hanno data le previsioni finanziarie per il 2021, che hanno messo i due poli del Mendrisiotto davanti alla cruda realtà. Niente sarà più come prima: è certo. I sogni, insomma, rischiano di finire per un po’ nel cassetto di Chiasso e Mendrisio. Prima di programmare i grandi progetti, infatti, si dovrà pensare ai problemi quotidiani di cittadini e imprese che faticano letteralmente a tirare avanti. Eppure di opere da completare e ancor più da mettere in cantiere non ne mancano: obiettivi inseguiti da anni, perché occorre essere lungimiranti e un po' visionari.
Il problema è che le casse piangono. Mentre le chiusure per pandemia degli esercizi pubblici e dei commerci - quindi per schiere di lavoratori - preannunciano già un aumento delle richieste di aiuto e una possibile crescita dei casi di assistenza nelle fasce più fragili della popolazione. I timori di Municipi e responsabili delle finanze dei due centri sono più che fondati. Il tema è ormai centrale sui tavoli degli esecutivi, tra i banchi dei Consigli comunali e fra i protagonisti della campagna elettorale. I sacrifici messi in campo negli ultimi anni potrebbero non bastare, in effetti, a fronteggiare le necessità degli abitanti delle due città. Non a caso a Mendrisio si ventila già un possibile aumento del moltiplicatore, sin qui mantenuto saldamente al 75 per cento per non rinunciare all’attrattività del capoluogo. Si doveva risparmiare di più? Rinunciare a qualche intervento o a nuove assunzioni? Di sicuro, finite le schermaglie elettorali e scelti i rappresentanti per il prossimo quadriennio, le forze politiche, da Destra a Sinistra, dovranno trovare la via del dialogo e stringere una sorta di patto per riuscire a superare questo periodo straordinario. Una alleanza - già evocata dal Plr, che oggi esprime il sindaco in Samuele Cavadini - capace di restituire una bussola utile a uscire dalla crisi e ad aiutare a mettere in fila le priorità.
In cima alla lista, è indubbio, ci sono i bisogni della popolazione, assieme alla salubrità dell’ambiente e alla cura del territorio, senza dimenticare gli appuntamenti a valenza regionale (i collegamenti ferroviari, l'A2 fra terza corsia e spostamenti). Perché se c’è una cosa che la pandemia ci ha insegnato è che non potremo tornare alla vita di sempre, facendo semplicemente finta di niente. Fare politica senza soldi, come ha ricordato l’ex sindaco Carlo Croci dall’ultima assemblea del Ppd, è assai difficile. Ma la sfida non potrà essere elusa. Dovremmo imparare dai nostri anziani, che si sono messi in fila per ricevere il vaccino, con la consapevolezza che ciascuno deve fare la sua parte.