Commento

Il fotografo e l’eroe scomparso

Uno scatto da non dimenticare e che dice ancor’oggi a ciascuno di noi di fare la propria parte!

(foto: Wikipedia)
13 settembre 2019
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È morto Charlie Cole, il fotografo che scattò l’immagine dell’uomo paratosi davanti ai quattro carri armati in movimento per fermarne l’avanzata nel 1989. Un’immagine divenuta simbolo della rivolta di piazza Tiananmen che, nonostante la cenere depositata dal regime per spegnere ogni qualsivoglia disubbidienza civile, brilla ancora e ci parla di tirannide e di libertà.

Spesso la si utilizza proprio per veicolare messaggi che promuovono il coraggio dell’individuo nel difendere a muso duro la libertà contro il totalitarismo. In verità, non si è mai saputo chi fosse quel piccolo grande eroe, né (purtroppo) quale sia poi stata la sua sorte. Un fatto che, visto che da allora sono passati più di trent’anni, ci ricorda che l’impegno civile (qui portato all’estremo) può avere un prezzo alto. Anzi, altissimo. Chi si alza in piedi contro i poteri forti e ostacola la loro strada rischia di fare una brutta fine, perché loro hanno tempo e aspettano che i riflettori si siano spenti per regolare i conti. Del resto per la Cina di Xi Jinping la rivolta di piazza Tiananmen, a differenza del resto del mondo, non è mai esitita: cercatela nelle loro cronache, sui loro social, nei loro libri di storia. Anzi, malgrado Tiananmen e tante altre rivolte represse nel sangue, la Via della Seta fa gola a troppi governi occidentali, che stringono accordi bilaterali col gigante giallo, mettendo in secondo o terzo piano anche solo la menzione della questione del rispetto dei diritti dell’Uomo. Fronte sul quale anche il nostro paese, depositario di convenzioni internazionali, dovrebbe e potrebbe fare di più.

Quell’uomo, finito chissà dove, che nel giorno della morte di Cole ritorna a cavalcare l’onda mediatica globale, ha fatto la sua parte e ci dice che anche noi dovremmo fare la nostra. Quindi non certo accettare che il presidente della Confederazione, poco prima dell’intesa commerciale con Pechino, si permetta di affermare che quella pagina cinese è ormai da voltare. No, è da ricordare e mettere i copertina. Anche i recenti fatti di Hongkong ce lo rammentano.