Basta mettere in piazza le foto dei nostri figli, hanno diritto di esser maggiormente tutelati!
Chi è nato negli ultimi dieci/quindici anni ha buone possibilità che gran parte della sua vita da bebè, su su sino all’adolescenza, sia pubblica, presente in rete. Pensiamo agli scatti belli, o (col senno di poi) anche bruttini e magari a tratti pure imbarazzanti, finiti in rete non per proprio volere, ma per scelta dei genitori, ovviamente senza che sia stato ottenuto il consenso del minorenne interessato. Il fenomeno e il meccanismo che ci stanno dietro sono noti: il desiderio dell’adulto di vedersi gratificato dai vari ‘mi piace’ che quella determinata foto dell’erede sa raccogliere.
Ora ad attirare l’attenzione sulla pericolosità di questi fenomeni è persino una rivista giuridica. Già sapevamo di ragazzi divenuti maggiorenni che rimproverano ai genitori di aver postato foto private, creando loro qualche problema al momento di cercare un posto di lavoro, o persino ancor prima, quando compagni di classe malevoli le hanno viste e il poveretto è diventato loro zimbello. E già questo dovrebbe spingere genitori responsabili a darsi una calmata e a pensare non una ma dieci volte prima di liberare in rete le immagini dei loro figli. Ma ora, dicevamo, sono anche le autorità di protezione a lanciare un allarme: quando fra i genitori le relazioni cominciano a diventare tese c’è infatti chi si rivolge a loro per chiedere che venga tolta dalla rete quella determinata immagine, ovviamente scattata dal partner col quale si è in lotta giudiziaria e che ritrae il figlio. Insomma, non è una novità che nel corso di un divorzio o di una separazione ogni appiglio torni buono.
Ma questa nuova notizia ci spinge a ribadire un aspetto che ogni genitore dovrebbe sempre aver presente. Come per ciascuno di noi, anche i nostri figli hanno dei diritti. E uno di questi, particolarmente importante, si chiama diritto della personalità. Per non violarlo sarebbe bene non inserire in rete immagini di bambini identificabili. Ma anche questo forse non basterà più, visto che fra non molto il riconoscimento facciale permetterà persino di risalire all’identità di ciascuno di noi. A questo punto qualcuno si chiederà: ma dobbiamo astenerci dal mettere online delle foto sino a quale età? Sembra che da noi vi sia una prassi che vorrebbe che i genitori chiedano ai figli il consenso per mettere foto in rete a partire dai 14 anni. C’è chi auspica persino che venga chiesto loro già a partire dai sei anni. Ma davvero, domandando al figlio di sei anni il permesso di postare in rete una sua foto, si fa l’interesse del minore? Suvvia, ma un bimbo di quell’età, che dipende in tutto e per tutto dai genitori, se mamma e papà insistono per una pubblicazione volete che si metta di traverso?
La tutela della personalità di un minore è una questione seria. Non sarebbe quindi il caso di informare i futuri genitori, per esempio attraverso i ginecologi e i pediatri? Basterebbe un dépliant con un messaggio del tipo ‘Cari futuri mamme e papà, tutelate il più possibile la vita di vostro figlio/a, anche contro le invasioni della rete: prima di liberare una sua foto pensateci bene. Cosa potrebbe dire lui vedendola sulla pubblica piazza una volta cresciuto?’.