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Prima di curarti, non ti faccio ammalare

Esperimento nel Giura per abbassare i premi di cassa malati. Un patto tra ospedali, assicurazione e Cantone per una nuova rete sanitaria integrata

(depositphotos)
20 agosto 2024
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La prossima stangata dei premi dell’assicurazione malattia è già dietro l’angolo – Comparis prevede un nuovo balzo del 6% per il 2025 –, una voce di spesa sempre più pesante che si divora una bella fetta delle finanze domestiche (in media 500 franchi al mese per persona). Una buona sanità, dai costi drammaticamente fuori controllo, che deve fare i conti con nuove sfide: una popolazione che invecchia (uno svizzero su quattro soffre di malattie croniche e costose), medici che diventano mosche bianche, un terzo dei camici è over 55 (entro il 2033 avremmo bisogno di oltre 2’300 nuovi professionisti), cure di qualità che devono rimanere accessibili per tutti, possibilmente anche in futuro.

L’audace obiettivo è quello di costruire una sanità sostenibile, il tema di un recente simposio a Locarno, organizzato da Swiss Medical Network (proprietaria in Ticino delle cliniche Ars Medica, Sant’Anna e del Centro medico Blenio). La sfida – ha ribadito la rettrice dell’Università della Svizzera italiana Luisa Lambertini – è quella di creare un sistema sanitario in grado di soddisfare le esigenze del presente senza compromettere le capacità delle future generazioni di soddisfare le proprie. A livello scolastico, verrà integrata, nei curricula formativi, la sostenibilità – ha ribadito Lambertini – per educare i nuovi medici alle pratiche sostenibili e alla loro importanza.

Intanto, si tentano nuove vie, per contenere i costi mantenendo cure di qualità, ma stravolgendo il paradigma di base della sanità. Al posto di medicalizzare troppo i pazienti si vuole mantenere gli assicurati in salute affidandoli ad esempio a un ‘case manager’. È la nuova avventura, iniziata a gennaio 2024 nella regione dell’arco giurassiano con un piano sanitario alternativo al sistema tradizionale di assicurazione malattia.

Cassa malati e ospedali sotto lo stesso tetto

È un progetto pilota che vede per la prima volta riunite in un’unica organizzazione, battezzata Réseau de l’Arc, tre azionisti (il gruppo Swiss Medical Network, la Visana e il Canton Berna) per offrire un sistema di cure completamente integrato con la promessa di «bassi premi e alta qualità di cure». Anche la struttura societaria è innovativa. Infatti l’assicuratore Visana è entrato nel capitale di Swiss Medical Network con una partecipazione dell’11 per cento. Una prima assoluta: cassa malati e ospedali sotto lo stesso tetto, condividendo utili e perdite. Questa convivenza in un solo ente di tutti gli attori coinvolti nella filiera delle cure dovrebbe garantire un controllo dei rincari. Per gli ‘scettici’ occorre vigilare su possibili conflitti d’interesse tra attori che siamo abituati a vedere su fronti diversi. Il punto è che la nuova organizzazione gestirà il capitale sanitario degli assicurati che scelgono questo piano sanitario al posto della tradizionale assicurazione malattia di base e avrà il compito primario di preservare la loro salute.

Ad aderire a questo nuovo sistema sanitario integrato sono stati quest’anno 1’500 assicurati. Questo sistema, con i suoi due siti ospedalieri di Moutier e St. Imier e i suoi Medicentri, offre servizi medici (prevenzione, cure di base, servizi ospedalieri e assistenza agli anziani) combinati con un’assicurazione malattia. Gli assicurati vengono monitorati e affidati ai ‘case manager’ che coordinano e promuovono il loro stato di salute. Grazie a un lavoro di prevenzione sistematico si punta a mantenere le persone sane in buona salute (piuttosto che medicalizzarle eccessivamente) riducendo doppioni, eventuali interventi e farmaci inutili, potenziando le cure a domicilio. La sfida è dimostrare che un drastico cambio di paradigma possa ridurre i costi della sanità, offrendo cure di qualità accessibili a tutti.

Sono passati 7 mesi, chiediamo un bilancio al direttore generale della società Réseau de l’Arc Alexandre Omont. Quello che non funziona: «La sfida più grande è quella informatica, diversi sistemi devono lavorare insieme, stiamo lavorando per armonizzarli». Quello che funziona bene: «Gli assicurati apprezzano molto la figura del coordinatore delle cure che li guida nella giungla sanitaria dove spesso gli ospedali non parlano con le cure domiciliari, queste ultime non parlano con i medici di famiglia…». Il paziente risparmia tempo, energia e costosi doppioni.

Cure di qualità e costi sotto controllo

Uno dei mali dell’attuale sistema sanitario è che i vari attori, con interessi diversi, lavorano per conto proprio, perseguendo ciascuno i propri obiettivi. Nel progetto Réseau de l’Arc le cose stanno diversamente e per la prima volta un assicuratore e un fornitore di cure condividono profitti e perdite, assieme al Cantone. Proprio questa convivenza tra ospedali e cassa malati, due enti con compiti e obiettivi diversi, viene vista con molta riserva da chi teme una possibile ingerenza operativa da parte della cassa malati, che potrebbe impattare sulla qualità delle cure.

Il direttore Omont ci risponde così: «Siamo una società integrata e l’obiettivo di tutti è quello di avere più assicurati l’anno prossimo. Per averli dobbiamo mantenerli in buona salute. Se dovessimo ridurre le cure, le persone si ammalerebbero e in un regime di concorrenza cambierebbero assicurazione. Se cresciamo significa che il nostro modello convince». Offrire cure di qualità e allo stesso tempo contenere i costi. «Non si economizza sulle cure necessarie ma evitando ad esempio doppi esami, inoltre facciamo guadagnare tempo al paziente, coordinando e concentrando i vari appuntamenti», precisa il nostro interlocutore.

Una rete e un unico coordinatore

Saranno in definitiva gli assicurati a determinare il successo o il fallimento del progetto pilota. Chi sceglierà questa soluzione, avrà un unico interlocutore, verrà curato nell’ambito della rete sanitaria. Un punto ci pare davvero importante: i medici devono rimanere sufficientemente indipendenti per garantire la libertà terapeutica, essenziale per la cura dei pazienti. Ancora Omont: «I pazienti scelgono questo modello e condividono l’idea di aderire a una rete. Tutti i medici della rete si trovano 8-9 volte l’anno e discutono collettivamente dei percorsi terapeutici dei pazienti, insieme valutano e decidono quali soluzioni sono le migliori per il paziente. Se per una patologia non sono contenti del servizio offerto all’interno della rete possono scegliere, basandosi unicamente su criteri di qualità, altri partner», precisa il direttore Omont.

Diventare attori della propria salute

Oggi il sistema è focalizzato sulla malattia: più si prescrive, più si guadagna. Nel nuovo modello ci sono controlli medici regolari, e non solo quando le persone sono malate. Una prevenzione sistematica personalizzata per ogni paziente per mantenerlo in salute. Per alcuni sarà ad esempio necessario fare più attività fisica, per altri invece esami di depistaggio. Ma c’è tutta una mentalità da cambiare affinché ciascuno diventi attore della propria salute. «Non abbiamo un sistema di bonus/malus, ma dobbiamo convincere – e non forzare – le persone a prendersi cura della loro salute. Lo facciamo sfruttando un contatto permanente, dando spiegazioni semplici su cosa c’è in gioco. Ad esempio, per la mammografia ci poniamo tassi di prevenzione del 70 per cento, ora siamo al 40 per cento».

Meno burocrazia per i medici

Visto che l’obiettivo è mantenere le persone in buona salute a monte, anziché reagire a valle quando si ammalano, anche il lavoro del medico è molto orientato alla prevenzione. «I medici della rete hanno un salario fisso, ma abbiamo anche professionisti che aderiscono alla rete pur restando totalmente indipendenti. Sono diversi modelli che convivono», precisa ancora Omont. Inoltre, i professionisti sono sollevati dalle incombenze amministrative e possono concentrarsi sul lavoro coi pazienti. Niente più battaglie estenuanti con le assicurazioni. «Non devono occuparsi nemmeno della fatturazione», conclude. Il progetto è replicabile in altre parti della Svizzera, Ticino compreso. Ma per ora, è musica del futuro.

Nuovo modello anche per Css

Anche l’assicurazione Css tenta una strada simile. Durante il convegno Sanjay Singh, responsabile Servizi, Prodotti & Health Services della Css, ha illustrato la strategia di cure integrate e modello di cura Ehc Morges. Partirà a gennaio 2025 con circa 2’700 assicurati. Già oggi, l’80% degli assicurati – ha detto Singh – sceglie un modello alternativo che sia il premio col medico di famiglia, Callmed o altro. Dal 2025 ci sarà un tassello in più. Il nuovo modello userà un’unica piattaforma dati, prevede programmi di prevenzione individuali, nuovi profili professionali come il coordinatore che accompagna e segue da vicino i pazienti con malattie complesse e croniche e nuovi modelli di finanziamento, come il tasso forfettario episodico per le malattie croniche (ad esempio diabete). La via è tracciata.