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Swiss Medical Network, operazione accolta da dubbi e timori

Paolo Bianchi, capo della Divisione della salute pubblica, sull'acquisto dei dieci studi Centromedico: ‘Preoccupazione per il possibile impatto sui costi’

Il Ps ha inoltrato un’interrogazione al Consiglio di Stato
(Ti-Press)
9 ottobre 2024
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«È un’operazione che dal punto di vista dell’evoluzione del mondo sanitario può essere comprensibile, considerata la sempre maggiore compenetrazione fra l’attività stazionaria e quella ambulatoriale. Detto questo, da parte nostra c’è una certa preoccupazione soprattutto in prospettiva, con riferimento all’impatto sui costi sanitari, che in Ticino sono già particolarmente elevati, e di riflesso sui premi di cassa malati». Dal Dipartimento sanità e socialità, il direttore della Divisione della salute pubblica Paolo Bianchi commenta così l’acquisizione, da parte di Swiss Medical Network, di Pds Medical, che – come ricorda il gruppo privato, proprietario fra l’altro delle cliniche luganesi Ars Medica e Sant’Anna, nel comunicato diffuso ieri – gestisce in Ticino dieci ambulatori medici con il marchio ‘Centromedico’. Un’acquisizione con cui, prosegue la nota di Swiss Medical Network, quest’ultimo “rafforza la sua posizione” nel cantone e “getta le basi per la creazione della sua seconda regione di cure integrate”, continuando la propria “strategia” con l’obiettivo “di cambiare il paradigma nel sistema sanitario”.

Bianchi (Dss): l’offerta genera la domanda. Vedremo gli sviluppi

In seno al Dipartimento guidato da Raffaele De Rosa c’è però preoccupazione. «‘Centromedico’ – riprende Bianchi – è una realtà imprenditoriale radicata nel nostro territorio, che riunisce parecchi medici, di famiglia e specialisti, nonché altri operatori sanitari sotto lo stesso tetto. Ora ‘Centromedico’, diventando di proprietà di un gruppo importante e finanziariamente solido a livello nazionale, si arricchisce di un comparto supplementare, che è quello ospedaliero. Probabilmente molti medici di ‘Centromedico’ facevano già riferimento alle cliniche Ars Medica e Sant’Anna per la loro attività chirurgica. Questo legame viene adesso rafforzato e per così dire istituzionalizzato». Tuttavia in ambito sanitario, avverte il responsabile della Divisione della salute pubblica, «l’offerta genera la domanda. È quindi legittimo dubitare che vi possa essere una riduzione della quantità delle prestazioni erogate in Ticino. Bisogna dunque vedere come si svilupperà questa operazione appena conclusa fra due attori privati della sanità e pertanto come evolverà il modello di cure integrate che Swiss Medical Network ha già implementato, con il piano sanitario, definito dal gruppo, ‘Viva’, nel Giura bernese, con il coinvolgimento anche di Visana». Un assicuratore malattia che «in Ticino, mi permetto di osservare, è al momento secondario quanto a numero di assicurati. Riguardo poi a ‘Viva’, questo piano sanitario ha raccolto nel canton Berna, certo nel primo anno di lancio, ‘soltanto’ 1’200 assicurati, secondo quanto riferito dai promotori. E analizzando i premi di cassa malati approvati dall’Ufficio federale della salute pubblica, osserviamo che i premi derivanti dal piano ‘Viva’ proposti in Ticino sono interessanti, dal profilo meramente finanziario, con la franchigia a trecento franchi, ma nella media dei modelli alternativi di altri assicuratori con franchigie più elevate. Naturalmente poi gli assicurati devono valutare i vincoli previsti in funzione della loro specifica situazione».

Pestoni: ‘Una nuova potente offensiva del privato’

Perentorio il presidente dell’Associazione per la difesa del servizio pubblico Graziano Pestoni: «Si tratta di una nuova potente offensiva del privato in campo sanitario – nella fattispecie parliamo di uno dei principali gruppi di cliniche e ospedali in Svizzera – che vuole fare credere che i costi della salute sono elevati perché non c’è concorrenza, sottintendendo tra pubblico e privato. In realtà, oggi assistiamo a degli sprechi proprio in seguito ai doppioni provocati dai privati, che moltiplicano le attrezzature medico-tecniche, anche quando il pubblico, in particolare l’Eoc, l’Ente ospedaliero cantonale, già copre il fabbisogno. A mio giudizio, non ci vuole più concorrenza, bensì una pianificazione vincolante». L’ospedale pubblico, annota Pestoni, «non ha nessun interesse a effettuare analisi inutili, come lascia trasparire lo Swiss Medical Network nel proprio comunicato. Le cliniche private invece potrebbero essere tentate di farlo, per aumentare i profitti dei loro azionisti. Va rilevato inoltre che le cliniche private, pure queste a scopo di lucro, ricevono dallo Stato, le stesse risorse degli ospedali pubblici, anche se i compiti sono molto diversi. L’ospedale pubblico, infatti, è tenuto a coprire tutti i fabbisogni dei pazienti. Le cliniche, invece, possono limitarsi a fornire le prestazioni redditizie. Insomma, io credo che non abbiamo bisogno di più concorrenza. Per disporre di una medicina di qualità – evidenzia il presidente dell’Associazione per la difesa del servizio pubblico – basterebbe per contro sostenere l’Eoc, un’organizzazione fondamentale in Ticino, non applicando per esempio le misure di risparmio per pareggiare i conti del Cantone».

Il Ps interroga il governo: ‘Quali effetti sulla pianificazione?’

L’acquisizione di ‘Centromedico’ da parte di Swiss Medical Network, la rete di cure integrate prospettata… Il dossier finisce sotto la lente anche della politica. “Alla luce dell’esplosione dei premi cassa malati nel nostro cantone, considerata anche la forte offerta di prestazioni e strutture sanitarie nel settore ambulatoriale”, i socialisti – con un’interpellanza inoltrata da Laura Riget (prima firmataria), Danilo Forini, Beppe Savary-Borioli, Cristina Zanini, Maurizio Canetta, Simona Buri – vogliono vederci chiaro. Al governo chiedono come valuta “questa rete di cure integrate” e se sia stato coinvolto, “come è avvenuto nel Canton Berna”. Ma i quesiti non si fermano qui. “Secondo le informazioni disponibili sul sito web di Visana, con il modello assicurativo ‘Viva’ - scrivono i deputati del Ps nell’atto parlamentare - si ottengono prestazioni mediche esclusivamente all’interno dell’organizzazione sanitaria o presso partner affiliati, comprese le prestazioni Spitex e le cure alle persone anziane: come valuta il Consiglio di Stato il fatto che i pazienti non possono essere indirizzati dal medico presso strutture al di fuori della rete prevista dal modello assicurativo?”. E ancora: “Il patron del gruppo Swiss Medical Network, signor Antoine Hubert, ha dichiarato sui giornali ticinesi che la sanità va gestita in modo manageriale e che si deve puntare di più sulla concorrenza: qual è l’opinione del Consiglio di Stato? Non ritiene il governo che una concentrazione dell’offerta di prestazioni presso reti di cure integrate gestite da un assicuratore malattia con delle strutture ospedaliere private possa contribuire a un aumento dei costi sanitari?”. Infine: “Come impatta questo progetto sulla pianificazione ospedaliera?”.

Sergi (Mps): ‘Sconti in cambio della libertà’

«Il concetto di cure integrate è abbastanza semplice. Si offre una riduzione di quanto ogni assicurato deve pagare, attraverso degli sconti, e in cambio si chiede di rinunciare alla libertà terapeutica», afferma senza troppi giri di parole il deputato dell’Mps Giuseppe Sergi. «Già oggi le casse malati offrono degli sconti a chi si reca da medici che rientrano nella loro cerchia. Facendo due calcoli, agli assicurati economicamente risulta anche conveniente. Allo stesso tempo, però, rinunciano a poter chiede un consulto ulteriore. Con le reti integrate ci sarebbe un’esplosione di questo sistema». Questo modello, però, in Ticino non è ancora così diffuso come nel resto della Svizzera. «Non è quindi un caso che Swiss Medical Network sia balzata in Ticino. Qui pensa di trovare un terreno fertile per espandere le sue attività». Precisa Sergi: «L’idea che quando una persona è malata tutte le cure e gli interventi siano coordinati, è eccellente. Ci sono però dei problemi: se si ragiona solo da un punto di vista di risparmio economico, non sempre si fa l’interesse del paziente. Trattare una persona anziana, magari sola, in ambulatorio può generare dei problemi». Questo tema, per l’Mps, si lega alla votazione Efas del 24 novembre, «se dovesse passare spingerebbe ancora di più la sanità in mano agli interessi privati e alla ricerca di profitto. Non va bene».

Quadranti (Plr): ‘Allarmarsi ora sarebbe prematuro’

«A livello di pianificazione, al momento, l’acquisizione degli studi Centromedico da parte di Swiss Medical Network non influisce», sostiene il deputato liberale radicale Matteo Quadranti, autore nella commissione parlamentare ‘Sanità e sicurezza sociale’ del rapporto sulla Pianificazione ospedaliera. «I centri medici non sono degli ospedali e non rientrano per ora in questa attività». Sulle cure integrate, «un progetto pilota c’è già in Svizzera romanda, se verrà riproposto in Ticino vorrà dire che probabilmente sta funzionando e se aiuta a ridurre i costi della sanità senza rinunciare alla qualità ben venga. Un allarmismo in questo momento mi sembra prematuro».