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Veicoli elettrici fra record, pregiudizi e certezze

Nel mondo sono in circolazione quasi 11 milioni di auto ‘a spina’, eppure continuano a essere al centro di interrogativi e perplessità

Green in tecnicolor
(Keystone)
5 agosto 2023
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Partiamo da un dato certo. Oggi in circolazione nel mondo ci sono quasi 11 milioni di veicoli elettrici, di cui oltre 3 milioni venduti solo nel 2020 e sebbene rappresentino ancora una percentuale limitata rispetto al numero complessivo di due e quattroruote, il parco ‘a spina’ è cresciuto di 55 volte negli ultimi 7 anni. Se non è un record poco ci manca. Così come la prima volta per una elettrica sul tetto mondiale delle ‘car’: la Tesla Model Y è stata, infatti, l’auto più venduta su tutta la Terra nel primo trimestre del 2023.

E in Svizzera la quota di mercato delle auto elettriche (comprese le ibride plug-in) sta continuando a crescere, raggiungendo il 29,2% a luglio. Dall’inizio dell’anno, i motori alternativi (elettrici, ibridi, a gas e a idrogeno) rappresentano più della metà (54,9%) del mercato elvetico, rispetto al 49,5% dei primi sette mesi del 2022.

Anche in Europa le vendite stanno crescendo, in generale, a ritmi sostenuti. A maggio 2023 hanno quasi raggiunto le 130mila immatricolazioni, facendo segnare un consistente +70,9% e attestandosi su una quota di mercato del 13,8% con una crescita rispetto alla quota di maggio 2022 di ben 4 punti percentuali. E in Ticino? Come rilevato recentemente dall’Ufficio di statistica nel secondo trimestre 2023 si è registrato un 9,3% in più nelle immatricolazioni (5’210 veicoli, +443 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno).

Eppure permangono attorno ai veicoli elettrici ancora disinformazione e pregiudizi.

L’autonomia

Un primo discrimine riguarda l’autonomia. Secondo i detrattori la guida elettrica non consente lunghi tragitti. Di fatto, secondo i maggiori rivenditori, grazie alle nuove tecnologie e ai moderni sviluppi nel campo delle batterie, buona parte dei modelli presenti sul mercato può percorrere tra i 300 e i 500 km con una ricarica completa. Considerando che la maggior parte degli spostamenti di chi li utilizza non supera i 100 km, un veicolo elettrico può comunque garantire lo stesso utilizzo di un’auto a benzina o diesel.

Colonnine di ricarica

Per chi opta ancora per il ‘tradizionale’, non vi sarebbero sufficienti colonnine di ricarica. Eppure circa l’80% dei ‘rifornimenti’ avviene a casa, durante la notte, o presso il luogo di lavoro. Per questo motivo non vi sarebbe la necessità di effettuarlo nel tragitto giornaliero abitazione-ufficio. Se anche fosse, la rete pubblica, cifre alla mano, è in continua espansione. In Svizzera la percorrenza media giornaliera è di 32 chilometri, quindi nettamente inferiore all’autonomia consentita. Per quello che riguarda le stazioni di ricarica su territorio rossocrociato, oggi se ne contano ben 7’000 delle quali 600 sono a carica rapida. Nel 2020 in Italia si sono registrati oltre 20mila punti di ricarica, concentrati soprattutto nel Centro Nord. La maggior parte dei sistemi è pubblica, oltre il 70%, mentre il restante è composto da impianti privati aperti all’utilizzo pubblico. In Europa si contano circa 250’000 punti di ricarica, con l’obiettivo di arrivare nel 2030 ad almeno 2,8 milioni colonnine elettriche installate. Entro il 2025, inoltre, l’Unione europea vuole avere stazioni di ricarica almeno ogni 60 chilometri su autostrade e superstrade in tutti gli Stati membri.

Supercosti?

Costa troppo? Il costo di acquisto di un veicolo elettrico è sì mediamente più elevato di quello di un’auto a benzina o diesel, questo è dovuto principalmente agli alti costi di produzione delle batterie, costi che con il tempo e i progressi tecnologici si stanno abbassando rendendo il prezzo finale di un veicolo elettrico sempre più competitivo. Differenza di prezzo a ogni modo che viene largamente compensata da costi di gestione e manutenzione inferiori, rendendo l’auto elettrica un acquisto conveniente per un numero sempre maggiore di persone. Del resto ricaricare un’auto elettrica a casa per percorrere 100 km costa in Svizzera meno di 5 franchi (20 kWh con un prezzo medio della corrente elettrica di 20,1 centesimi/kWh).

La vita delle batterie

Un altro interrogativo tocca la vita delle batterie, considerata ancora troppo breve per diventare un vero e proprio investimento. In generale, invece, secondo gli esperti, le batterie agli ioni di litio possono avere una vita utile di 8/10 anni, con un chilometraggio minimo garantito di almeno 160’000 Km. Inoltre, non solo i continui progressi tecnologici stanno riducendo ulteriormente il deterioramento delle batterie, ma anche i conducenti stessi possono contribuire a migliorarne l’efficienza, ad esempio evitando di scaricare del tutto la batteria e ricaricandola solo fino all’80%. Non solo, le vecchie batterie possono essere ancora impiegate per lo storage in applicazioni diverse, che siano altri tipi di veicoli, oppure batterie domestiche, accumuli per le reti elettriche o per le torri di trasmissione delle telecomunicazioni e sono quindi pronte per una seconda vita. È poi possibile optare per il riciclo delle batterie dei veicoli green recuperando i materiali in esse contenuti, un fenomeno che in Europa raggiunge livelli tra i più elevati al mondo.

Fra lentezza e performance

Forse le auto elettriche restano lente e poco performanti? Indicati soprattutto per la mobilità all’interno di centri urbani, in quanto parrebbe non siano in grado di raggiungere velocità elevate e di offrire lo stesso piacere di guida delle auto a benzina o diesel, in realtà molti dei veicoli elettrici odierni hanno già dimostrato che si può eguagliare o addirittura migliorare l’accelerazione dei modelli sportivi a combustione. I veicoli elettrici sono così più veloci di quelli con motore a combustione interna, grazie all’accelerazione più rapida. Questo perché il motore elettrico massimizza immediatamente la coppia, senza che sia necessario salire di giri per acquisire velocità. È certo vero che in alcuni modelli i costruttori limitano la velocità massima per salvaguardare il consumo della batteria.

Manutenzione

Per un’auto elettrica la manutenzione è molto meno impegnativa poiché il gruppo a trazione elettrica necessita di pochi controlli, ad eccezione del fluido di raffreddamento. Infatti, in un’auto elettrica la trasmissione è meno complessa, sono assenti il filtro olio e aria, non vi è alcun liquido refrigerante per evitare surriscaldamenti del motore e non sono presenti nemmeno iniettori e candele. Anche il consumo dei freni è ridotto al minimo. Proprio per queste ragioni, la manutenzione per una Tesla, per esempio, prevede solo inversione degli pneumatici, sostituzione del liquido dei freni e di quello di raffreddamento della batteria.

Sull’energia...

Buone notizie vi sono anche per la modalità di approvvigionamento dell’energia, che svolge un ruolo fondamentale per determinare l’impatto ecologico delle auto elettriche. Infatti, se l’energia proviene da fonti rinnovabili, l’uso di un veicolo elettrico non ha quasi alcun impatto sull’ambiente. Inoltre l’uso quotidiano compensa in tempi brevi la CO² dovuta alla produzione; senza contare che le batterie al litio sono più sostenibili di quelle tradizionali al piombo essendo composte da materiali riciclabili.

Nodo pericolosità

Veniamo ora al punto più critico: le auto elettriche sono pericolose? I sistemi di sicurezza delle auto elettriche prevengono sia il rischio di incendio che di folgorazione e in caso di incidente, ad esempio, il flusso di corrente della batteria viene immediatamente interrotto. Inoltre, per salvaguardare pedoni e ipovedenti, dal 2019 per poter circolare all’interno dell’Unione europea tutte le auto elettriche devono essere dotate di un Sistema acustico di segnalazione del veicolo (Avas). Questo dispositivo produce un suono artificiale con intensità di almeno 56 decibel fino alla velocità di 20 Km/h, permettendo di essere percepiti a livello sonoro e garantire maggiore sicurezza a pedoni e ciclisti. Ancora sul fronte incendi: in base a diversi studi ciò succede assai raramente, il problema è che le fiamme di un’auto elettrica, in particolare della batteria, sono più difficili da domare. Un altro mito da sfatare? È quello delle esplosioni di batterie in stile hollywoodiano, pura fantascienza.

Blackout, a chi?

In tempi di crisi economiche e di risorse, con lo spauracchio di sempre più evidenti blackout elettrici, come la mettiamo con le auto elettriche? È molto improbabile, secondo gli esperti, che le auto a trazione elettrica contribuiscano a peggiorare la situazione. Secondo l’Ufficio federale dell’energia, nel 2021 in Svizzera il fabbisogno di energia elettrica per le auto elettriche corrispondeva unicamente allo 0,4% del fabbisogno complessivo nazionale. Considerando scenari futuri, con incrementi del consumo di elettricità per la mobilità elettrica di oltre un terzo, ipotizzando cioè che tutte le auto saranno elettriche, secondo i fornitori di energia svizzeri il fabbisogno globale di elettricità aumenterebbe unicamente del 10-20%.

Certo è che in Europa nel 2035, con lo stop della vendita di auto con motore termico benzina e diesel, si venderanno principalmente auto elettriche. “Fit for 55” è il nome del pacchetto che ne decreta la fine. Con la normativa europea sul clima il conseguimento dell’obiettivo climatico dell’Ue di ridurre le emissioni di almeno il 55% entro il 2030 diventa un obbligo giuridico.

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