laR+ Il commento

Elon Musk dalla Tesla alla geopolitica

Il poliedrico imprenditore, fondatore del marchio di auto elettriche e di Space X, pretende perfino di risolvere la crisi ucraina

In sintesi:
  • Il miliardario azzarda proposte su Twitter…
  • … ovvero il social che vorrebbe comprarsi
(Keystone)
15 ottobre 2022
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"Mi chiamo Musk, Elon Musk". E in sottofondo, mentre immaginiamo il nostro con in pugno la Walther Ppk di 007, completa l’opera la colonna sonora che John Barry Prendergast ha composto per 12 film di James Bond. In realtà, se diamo una scorsa alle performance nei campi più disparati di questo 51enne nato a Pretoria, in Sudafrica, figlio di un imprenditore e di una modella, ci viene in mente più un aspirante Leonardo Da Vinci 2.0 che un tutto sommato più banale agente segreto al servizio di Sua Maestà.

Ricapitoliamo: Musk, diventato famoso per avere sviluppato l’auto elettrica per eccellenza, il cui valore in Borsa esplodeva anche quando le vendite languivano e le vetture soffrivano di problemi tecnici, è uno che non sta mai fermo e, a quanto pare, se ne frega dei lussi che potrebbe permettersi con una fortuna di 233 miliardi di dollari. La madre, Maye, quando va a trovarlo nella tiny house, poco più di una baracca dove il figlio soggiorna quando si trova in Texas nei pressi della sede della sua azienda aerospaziale, Space X, ammette che le tocca dormire in garage. E intanto questo apparentemente frugale uomo d’affari, se da un lato non si preoccupa di fornire alla madre un giaciglio angusto, dall’altro con Space X intende progettare dei viaggi su Marte.

Sul cosiddetto "pianeta rosso" il visionario Musk pensa addirittura di poter realizzare una città. Perché no, dopo Tesla un’odissea nello spazio come Dio comanda? Mentre nei ritagli di tempo mette in piedi un’operazione da 44 miliardi di dollari per impossessarsi di Twitter, un’azienda che non ha niente da spartire con le auto elettriche e i viaggi spaziali, ma che consente a chi la controlla di disporre di un potere immenso, visto che non esiste politico o comunque personaggio influente che non usi quei benedetti 140 caratteri. Uno strumento oltretutto pericoloso: la tempesta scatenatasi di recente su Credit Suisse è stata infatti originata dal tweet di un giornalista australiano, il quale affermava che "una fonte attendibile mi ha informato che una grande banca internazionale è sull’orlo del fallimento".

D’altronde Elon Musk è arrivato dove è arrivato con ritmi frenetici. A quanto pare – ma qui rischiamo di ritrovarci sul terreno scivoloso dell’agiografia – la fortuna del magnate si deve anche alla sua reazione ai maltrattamenti verbali subiti dal padre, che gli prefigurava un futuro da fallito. Talmente fallito che non si è fatto mancare davvero nulla, compresa una veloce e subito smentita liaison amorosa con la moglie di un altro big della new economy, Sergey Brin, cofondatore di Google. Secondo il Wall Street Journal la presunta avventura sarebbe all’origine del divorzio tra il boss del colosso informatico e la moglie.

Probabilmente tutt’altro che soddisfatto di veicoli elettrici, viaggi spaziali, cinguettii e altre prodezze, ecco che Musk ha individuato un altro giochino con cui cimentarsi: la geopolitica. E quindi, via Twitter, azzarda una proposta di pace per il conflitto in Ucraina, mentre il politologo Ian Bremmer rivela che si sarebbe sentito al telefono con Putin. Mister Tesla ha smentito, ma intanto è sempre al centro della scena. Che dire a questo punto? Che se non fosse nato in Sudafrica, Musk sarebbe pronto per la Casa Bianca.