In vista del voto

Binario per Castione, pericoloso sporgersi, No all’iniziativa

25 aprile 2019
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Il 19 maggio il popolo ticinese sarà chiamato a votare sull’iniziativa “Giù le mani dalle officine”, che vorrebbe imporre alla Ffs un mercato fuori logica, costringendo lo Stato a partecipare attivamente, quale co-imprenditore, nella gestione delle nuove officine Ffs  previste a Castione. In sostanza l’iniziativa vorrebbe far perseverare la gestione delle Officine nelle attività di manutenzione di vecchi carri merci, quando questo mercato negli ultimi anni è diminuito del 60%, rappresentando tutt’ora ¼ del volume delle attività svolte alle Officine. Questo fenomeno è dovuto al fatto che il parco veicoli, di proprietà di società internazionali di leasing, perseguono su scala europea una competizione di mercato con concorrenza spietata, che le nostre aziende per mantenere il giusto substrato economico-finanziario non riescono a contrastare, in quanto molte società estere operano con costi di circa un terzo dei nostri. Un sì all’iniziativa equivarrebbe quindi a costringere le officine Ffs a perseverare in un mercato senza futuro, precludendo l’intesa Ffs - Cantone e comuni, che punta a garantire 200-230 posti di lavoro qualificati basati si un mercato di nuova generazione nel nuovo stabilimento di Castione. Non a caso 207 operai delle Officine durante l’ultima assemblea hanno denunciato l’iniziativa quale pericolosa per un promettente avvenire delle officine, essendo pregiudizievole delle scelte di qualità ed eccellenza a cui si punta con il nuovo stabilimento di Castione. Forzare la mano nella direzione indicata dall’iniziativa significherebbe perdere un partner quali Ffs e pregiudicare l’intero progetto, con il rischio di vederci espropriati da terzi di queste potenzialità che fanno gola a tante altre parti della Svizzera (dividi e impera)!

L’iniziativa costringerebbe inoltre il Cantone a diventare co imprenditore con le Ffs  nella gestione delle Officine, obbligando lo Stato in un ruolo che non è suo, con logiche statalistiche che cozzano contro il quadro aziendale di stampo liberale, condizione indispensabile per muoversi in mercati a concorrenza aperta, esponendo lo Stato a rischi finanziari non indifferenti, a cui dovrebbe far fronte con i soldi del cittadino. Una vera pazzia, per non dire altro!

Anche il Gran Consiglio, dopo lo stanziamento del credito-contributo alle Ffs di 100 mio, ha bocciato l’iniziativa, confermando di credere nell’impegno assunto con le Ffs e la bontà degli obiettivi enunciati nel progetto, valutandone il rischio, se accettata l’iniziativa, di perdere il partner Ffs e la garanzia della creazione di 200-230 posti di lavoro ben pagati e qualificati, oltre alle sinergie e opportunità che si aprirebbero nel comparto bellinzonese della stazione. Rischio che i potenziali referendisti al credito votato dal Gran Consiglio hanno attentamente soppesato, decidendo di rinunciare al lancio del referendum.

È un’opportunità da non perdere, votiamo quindi NO a questa iniziativa che, per utilizzare un vecchio slogan delle ferrovie, ci farebbe pericolosamente sporgere lungo il binario per Castione.