Gli argomenti per votare no all’Efas sono conosciuti e ben riassunti dal collega Franco Cavalli nella sua recente intervista su questo giornale.
Anche il Consiglio di Stato ticinese è di questo parere. Il problema è complesso. Gli attori favorevoli all’Efas sfoderano i loro argomenti.
Ognuno evidentemente ci vuole guadagnare, sicuramente non perdere. L’unico perdente, sballottato in questo impasto, è il cittadino a cui si fa credere nel miraggio.
Sarà il solito cerotto messo su di una ferita infetta che andrebbe trattata diversamente. Una ferita profonda che non guarisce perché sotto vi è un tessuto marcio.
Nessuno vuol fare i compiti. Più facile politicamente additare gli altri (sempre loro) quali responsabili dell’aumento dei costi della salute. Come provare a contenerli?
La lista "della spesa" la conosciamo, è lunghissima. Il costo dei medicamenti (il non uso dei generici), i costi degli esami di laboratorio, l’acquisto di attrezzature (costose) e i doppioni per il prestigio e per potersi accaparrare certi medici, tre Pronto soccorso a Lugano, i guadagni eccessivi di certi specialisti, la cartella clinica informatizzata che stenta a nascere, forse l’eccessivo ricorso a consultazioni ecc. Poi la penuria/scomparsa dei medici di famiglia, i meno costosi e i meno rimunerati, che ormai è una realtà.
Certo, anche se nessuno ha la bacchetta magica, i correttivi da apporre ci sono e sono tanti. Tutti, ma proprio tutti, dovrebbero parteciparvi. Mi permetto una provocazione.
E se tutti gli attori coinvolti, proporzionalmente (anche all’interno della categoria), accettassero una decrescita delle loro entrate di alcuni punti percentuali? Mah, forse un piccolo passo indietro che potrebbe generare grandi benefici.
A far da contenitore e cornice di tutto ciò ci stanno poi le Casse Malati con i loro rappresentanti politici che siedono a Berna e che evidentemente (in tanti) non sputano nel piatto dove mangiano. Costano e guadagnano troppo pure loro, ci impongono sempre più i loro modelli.
I tempi per una cassa malati unica sono maturi. Nell’attesa di tempi migliori e per questa votazione (24 novembre, Efas) io voterò no.