Questa mattina ho aperto la buca delle lettere e ho trovato un volantino del partito Udc che mi ha colpito come un pugno allo stomaco. Questo da un partito con alla testa un ticinese? Il testo non mi ha meravigliato, un distillato Udc senza sorprese, ma l’immagine di un gruppo di rifugiati di colore con una bella croce rossa sopra a indicare il nostro insindacabile rifiuto di accettarli e una croce verde sulla fotografia di una bella famigliola, inconfondibilmente svizzera, mi ha profondamente disgustato.
Da ticinese a ticinese, caro presidente, conosce la storia del nostro cantone? Si rende conto che quei rifugiati di colore sono una perfetta allegoria dei miei antenati partiti da Biasca per la California e l’Australia e da Lottigna per Londra, tutti migranti economici che volevano sfuggire alla miseria delle nostre valli per cercare un futuro migliore per i loro figli.
Giustissimo dibattere su cos’è un’equa politica d’immigrazione e quante persone siamo capaci e disposti ad accogliere, ma il deprecabile messaggio convogliato dal volantino mi fa pensare che il presidente è decisamente la persona sbagliata per rappresentare il mio amato cantone a Berna.