Ian Easton in The Final Struggle: Inside China's Global Strategy (Eastbridge Books, 2022) attraverso una lunga ricerca sulla storia e sui documenti di studio dei quadri del Partito Comunista Cinese, ci mostra come il regime cinese sia proiettato verso il mondo. Lo scopo del Pcc è quello di cambiare l’ordine mondiale, a suo favore ovviamente, cioè in senso autoritario. Grazie allo sviluppo economico portato dall’economia occidentale in Cina, il regime cinese non deve più fare buon viso a cattivo gioco ma ha la forza per mostrare i suoi muscoli totalitari sulla scena internazionale. Noi abitanti delle democrazie liberali che abbiamo a cuore l’ordine liberale internazionale dovremmo drizzare le orecchie. Possiamo rimpiangere i bei non troppo vecchi tempi, quella finestra temporale tra la caduta del blocco sovietico e l’ascesa della potenza cinese, quando non c’era più la guerra fredda ma quei bei non troppo vecchi tempi non esistono più. Nelle democrazie liberali c'è un pensiero magico nel quale la Cina è un agente razionale che si comporta seguendo i suoi interessi economici e tende alla pace. La realtà purtroppo è che il fine del Partito Comunista Cinese è il potere per la sua stessa sopravvivenza e l’economia è suddita degli interessi del Partito Comunista Cinese, per il quale tutto è sacrificabile (crescita economica, pace, milioni di vite umane ecc. ecc.). La guerra fredda c’è. Noi dobbiamo decidere se non ci interessa vedere mangiata un pezzo alla volta la struttura liberale delle nostre società o se vogliamo rispondere. Per lavoro, questa estate la passerò a Taiwan con la mia famiglia come già accadeva prima della pandemia. Ventiquattro milioni di persone che vivono libere in una splendida democrazia liberale e che non vogliono essere sacrificate per la “pace” con la Cina.