Ho letto l’articolo sulla Regione del 24 novembre, e sono stata sensibilizzata al problema relativo a Polizia comunale verso Polizia unica.
La Polizia comunale svolge un’attività sempre vicina al cittadino, assicurando la vigilanza, la prevenzione, la tutela della sicurezza urbana. Questa attività può essere costituita e gestita a livello comunale sia in forma autonoma che consorziata, con molteplici competenze insostituibili, la più conosciuta è quella di Polizia stradale (controllo delle infrazioni, rilevamento dei sinistri, scorte e servizi per la circolazione) ma vi sono molte altre funzioni, fra le quali per esempio i controlli in materia urbanistico-edilizia.
Mi sono documentata sul concetto di Polizia di prossimità, studiato e applicato a livello internazionale, che corrisponde pienamente, a mio parere, alla nostra Polizia comunale. È un servizio di polizia che garantisce alla popolazione una presenza vicina e capillare sul territorio, capace di garantire, oltre ai servizi che ho segnalato sopra, una grande vicinanza al cittadino, soprattutto al più debole, pensando anche al grande aumento della popolazione anziana, che può essere insidiata da nuove forme di delinquenza. Esiste in un Corpo del genere un vero contatto con il cittadino, con conoscenza in tempo reale di problemi vitali. Si potenzia, con la Polizia comunale, nonostante i classici stereotipi ancora esistenti "contro la polizia" da parte di personaggi superficiali, un vero rapporto di fiducia e di collaborazione. Una Polizia unica, segnatamente la Polizia cantonale, sarà probabilmente capace di garantire servizi di ronda e interventi su chiamata, ma non potrà assicurare la capillarità di presenza di una Polizia comunale, vera Polizia di prossimità, che come da esperienza internazionale, può stimolare quella che altrove fu definita "sicurezza partecipata", una diretta promozione della volontà e dell’attenzione del cittadino nel mantenimento della sicurezza.