Il presidente dell’Associazione comuni (Act) in audizione alla ‘Giustizia e diritti’ ribadisce: ‘Prossimità, le polcomunali hanno un ruolo fondamentale’
«I compiti della polizia di prossimità, come difesa dell’ordine pubblico e del territorio, sono estremamente importanti e volevamo far capire al Gran Consiglio che le polizie comunali svolgono un compito di controllo fondamentale per la Polizia cantonale, creando una sinergia che fa bene a tutti». Il sindaco di Minusio e presidente dell’Associazione comuni ticinesi (Act) Felice Dafond esce ancora più convinto della «necessità di mantenere l’impianto attuale» dall’audizione sul progetto di Polizia unica nella commissione parlamentare ‘Giustizia e diritti’. Un’altra porta chiusa insomma, perché «non è demolendo tutto e costruendo una Polizia unica che si migliora. Altri Cantoni hanno scelto altre vie, ma hanno un’altra storia, altri territori, altre esigenze: non c’è un modello unico applicabile».
E soprattutto, rincara Dafond a ‘laRegione’, «oggi ho detto chiaramente che i Municipi hanno bisogno di poter controllare il territorio e le persone raccogliendo dati sensibili. E chiaramente non lo può fare un funzionario comunale, ma poliziotti di quartiere, appiedati, addetti alla sicurezza e quant’altro. Ci vuole – spiega ancora il presidente dell’Act – una polizia che tiene sotto controllo il territorio, e il cittadino vuole una polizia presente, un punto di riferimento cui guardare con fiducia appunto perché vicina, prossima, di supporto». Poi «è pacifico, su rapine e omicidi interviene la Polizia cantonale. Ma le comunali non si sottrarranno mai al loro ruolo di sostegno e di collaborazione, si tratta di trovare la migliore organizzazione che dia i migliori risultati per cercare di risolvere nel modo migliore tutti i problemi, senza distruggere quanto di buono ora c’è e funziona».
Il delicato e controverso dossier è tornato sui tavoli della politica dopo l’avvio, in ’Giustizia e diritti’, dell’esame dell’iniziativa parlamentare depositata nel 2020 dal socialista Raoul Ghisletta che propone di istituire un solo corpo di polizia in Ticino. Dunque una ‘nuova’ polizia cantonale/ticinese: l’iniziativa è stata firmata da altri sedici deputati di più partiti. Relatore è Giorgio Galusero, presidente da qualche mese della commissione parlamentare, ex ufficiale della Polcantonale e da tempo sostenitore della Polizia unica. «I Comuni temono di perdere i compiti riguardanti la polizia di prossimità e quindi il controllo del territorio, ma – aggiunge Galusero – ci sono già diversi cantoni che hanno optato per un solo corpo di polizia, senza che ciò abbia pregiudicato la sicurezza di prossimità, la quale in quei cantoni continua a essere garantita. Resto convinto che con la polizia unica vi sarebbe in Ticino un impiego maggiormente razionale ed efficiente delle forze dell’ordine, anche sul fronte della prossimità. Una polizia unica, come aveva scritto il Consiglio di Stato rispondendo ai quesiti sollevati dai gruppi parlamentari sul Consuntivo 2021, permetterebbe di ridurre ridondanze e dunque una diminuzione di costi. Il governo osservava poi che se a questo modello si accompagnasse anche una ridefinizione e una conseguente suddivisione dei compiti tra agenti di polizia e assistenti, alla stregua di quanto si sta testando nella Regione VIII delle Tre Valli, i benefici potrebbero, dal profilo finanziario, essere verosimilmente ancora più marcati».
Sui compiti della polizia di prossimità – ricorda Dafond, sentito dalla ‘Giustizia e diritti’ insieme al vicepresidente dell’Associazione dei comuni Andrea Pellegrinelli, sindaco di Capriasca, indica la commissione in una nota – «qualche anno fa come Act con la collaborazione dell’Associazione delle polizie comunali, abbiamo stilato un documento che spiegasse davvero questo concetto». Il documento ora è sui tavoli del Consiglio di Stato, e dal gruppo di lavoro chiamato a far luce sul tema «una volta chiariti quali sono i compiti delle comunali e quali della cantonale, occorrerà riflettere su quelli che sono i compiti misti». Intanto Galusero tira dritto: «Sull’iniziativa di Ghisletta elaborerò una bozza di rapporto, nell’attesa di conoscere i contenuti di quello del gruppo di lavoro».
Il gruppo di lavoro ‘Polizia ticinese’ è stato costituito dal Consiglio di Stato nel dicembre 2016 ed è coordinato da Luca Filippini, segretario generale del Dipartimento istituzioni. Nel consesso sono rappresentati Cantone e Comuni. Quello della polizia unica, tiene a precisare Filippini, da noi contattato, «non è al momento un tema sotto la lente del gruppo di lavoro. Il nostro focus è infatti sulla ripartizione dei compiti legati alla sicurezza tra i due livelli istituzionali, cioè Cantone e Comuni. Indicheremo quindi quali, secondo noi, sono i compiti che dovrebbe svolgere il Cantone, quali sono i compiti che dovrebbero svolgere i Comuni e quali sono i compiti da ritenere misti, che possono essere assolti da Cantone e Comuni insieme. Il nostro obiettivo – sottolinea Filippini – è di ottimizzare la ripartizione dei compiti tra i due livelli istituzionali, a beneficio del cittadino e della sua sicurezza. Nelle nostre riflessioni abbiamo considerato ovviamente anche la questione della prossimità alla luce dello studio realizzato nel 2019 da Wladimiro Castelli della polizia della Città di Lugano per conto dell’Associazione delle polizie comunali ticinesi». Il gruppo di lavoro, prosegue il segretario generale e coordinatore del Dipartimento istituzioni, sta allestendo il rapporto: «Contiamo di terminarlo subito dopo l’estate, in modo da sottoporlo al Consiglio di Stato e all’Associazione dei comuni agli inizi di autunno. Il rapporto sarà poi messo in consultazione presso gli enti interessati».
Oltre che da Filippini, il gruppo di lavoro ‘Polizia ticinese’ è composto dal presidente dell’Associazione delle polizie comunali ticinesi Orio Galli, dal comandante della polizia della Città di Lugano Roberto Torrente, dai municipali e capidicastero sicurezza Samuel Maffi (Mendrisio) e Daniele Franzoni (Lamone), dal sindaco di Novazzano Sergio Bernasconi, dal comandante della Polizia cantonale Matteo Cocchi, dal capo della Gendarmeria Marco Zambetti, dal maggiore della Polcantonale Luca Bieri (segretario del gruppo) e dal responsabile della Sezione enti locali (Dipartimento istituzioni) Marzio Della Santa.